Nel 2004, curato con molta competenza e passione da Gianni Brunoro, uscì il bellissimo volume, edito in brossura rilegata da Stampa Alternativa/Nuovi Equilibri, dedicato interamente all’estro del vulcanico Benito Jacovitti e alle sue creazioni che ruotano attorno all’universo del giallo catturato in tutte le sue sfumature.
Per le due o tre persone che ancora non conoscono Jac o lisca di pesce, pseudonimi con i quali Jacovitti frequentemente ha firmato i propri lavori che hanno toccato con uguale ironia numerosi generi narrativi, traccerò brevemente una sua biografia.
Nato a Termoli nel 1923, in oltre sessant’anni di lavoro, ha costruito un mondo di carta pervaso da un umorismo surreale, un universo originale e irripetibile, una sorta di paese delle meraviglie dove tutto è possibile.
Partito come collaboratore del settimanale cattolico Il Vittorioso, Jacovitti nel corso della sua attività ha disegnato storie per bambini e adulti, pirati, alieni, storie western e grotteschi kamasutra su Playmen, s’è divertito a giocare con il giallo e il noir, a sbeffeggiare eroi, totem, tabù, e ha creato un gadget scolastico mitico come il Diario Vitt.
Ha immaginato donne poppute che hanno fatto infuriare l’Azione cattolica, poster per la Dc e si è fatto cacciare da Linus per strisce che hanno irritato i lettori progressisti.
È scomparso il 3 dicembre 1997, all’età di 74 anni, stroncato da un ictus.
Tornando a parlare del volume, questo contiene sette storie a fumetti, che coprono un arco di tempo che va dal 1945 al 1957, che hanno per protagonisti i personaggi più noti dell’autore di Termoli.
Tra questi l’investigatore Cip, che esclama sempre “lo supponevo!”, assistito dallo stolido aiutante Gallina e dal cane bassotto Kilometro che si contrappone al terribile Zagar, il giornalista Tom Ficcanaso, i gangster Jak Mandolino e Gionni Chitarra e i tre P.
Queste avventure, introdotte brillantemente dalla prosa colta e articolata di Gianni Brunoro, toccano molti generi della letteratura poliziesca come il mystery, il noir e l’hard boiled.
Si tratta di storie nere, sadiche, crudeli, ma in cui prevale il tono grottesco e pertanto piene di disincanto, che la narrazione beffarda riscatta da un ipotetico sapore di cinica durezza.
Un volume veramente eccellente insomma che non può mancare sullo scaffale sia dell’appassionato di fumetti che di letteratura poliziesca.
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