L’ora di punta è l’ingolfo tra corruzione, arrivismo, bella vita, soldi facili. A dirigere il traffico l’ex finanziere Filippo (Antonio Lastella), pronto a mungere, grazie alla divisa che indossa, commercianti e imprenditori-mucche dalla contabilità disinvolta. Il percorso dalle stelle (dalle stellette, trattandosi di Guardia di Finanza) alle stalle sarebbe stato scontato, e allora Vincenzo Marra gira al largo, mentre tenere tutta la corruzione all’interno della Finanza sarebbe stato un poco sconveniente, e allora poco prima della metà la divisa finisce alle ortiche perché grazie a Caterina (l’icona Fanny Ardant) a Filippo riesce il gran salto nel sottobosco politico-affaristico che conta. Marra reinterpreta la commedia all’italiana di una volta, quella amara, quella di Sordi al massimo del cinismo. Però, se là il sottofondo era amaro e basta, qui il sottofondo è marcio, irrancidito (tra il lasciare la fidanzata storica, riciclare un anello di brillanti, far ammazzare qualcuno che ha iniziato a rompere non c’è poi tutta questa differenza), puzza. La regia di Marra è “statuaria”. Lo è nella misura in cui “scolpisce” sistematicamente e ripetutamente nello spazio-marmo delle inquadrature la figura di Filippo, icona impassibile di un male banale e fortemente antipatico. Come film non sconcerta, forse perché non urla il malaffare che tracima, e questo potrebbe essere un difetto, però nemmeno passa inosservato. Comunque non meritava i fischi a Venezia.
L'ora di punta
L'ora di punta
Italia, 2006
Drammatico
Vincenzo Marra
Vincenzo Marra
Fanny Ardant (Caterina), Michele Lastella (Filippo), Giulia Bevilacqua (Francesca), Augusto Zucchi (Commissario Salvi), Antonio Gerardi (Donati), Barbara Valmorin Anna (madre di Filippo), Nicola Labate (Patrizi), Maurizio Tesei (Prisco), Sergio Di Giulio
O1 Distribution
90 minuti
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