Un libro-labirinto, a metà strada tra horror e thriller psicologico, ma anche un trattato postmoderno di critica letteraria. Johnny Truant è ossessionato da un manoscritto trovato nell'appartamento del vecchio Zampanò, morto da poco. Si tratta dell'analisi e della ricostruzione di un film documentario intitolato The Navidson Record. In esso un famoso fotografo racconta della sua vita in una misteriosa casa di campagna. Una casa più grande dall'interno che all'esterno, con un muro nel quale compare all'improvviso una porta. Il fotografo, la sua famiglia, i suoi amici si avventurano nei corridoi infiniti che si aprono dietro la soglia, in un crescendo di traversie fisiche e psicologiche, che finiranno per riflettersi anche su chi legge...

Questo è House of Leaves di Mark Z. Danielewski, un romanzo di 700 pagine unico nel suo genere, anche per le particolarissime soluzioni tipografiche che lo caratterizzano per simulare l'affastellarsi di appunti e post-it del protagonista. Non a caso la traduzione italiana era stata annunciata più volte, un'impresa certamente difficile. Ora pare che il 2005 sia l'anno buono e che Casa di foglie uscirà nella collana Strade Blu di Mondadori.

Particolare negativo è che la versione italiana pare annunciata per sole 300 pagine, lasciando intendere che l'opera verrà ignominiosamente spezzata in due volumi. Un'operazione quantomeno dubbia, anche vista e considerata la particolarità del romanzo.