L'Ultimo Fritto è fondamentalmente un "black humor", romanzo dal sottofondo sarcastico, molto particolare, che si può definire commedia, impregnata però di quell'umorismo amaro, di quella sottile ironia che è una costante dei racconti di Vincent W Mallory, pseudonimo dietro cui si cela l'italiano, nonché romagnolissimo Vincenzo Malavolti, autore di ben 4 romanzi e di diversi racconti brevi, dal 2003 al 2005, prima di adottare questo nuovo "nick", con il quale ha in precedenza firmato un giallo noir dal titolo Rosso Peonia.
In effetti, nel suo primo romanzo, La tessera, il protagonista, antifascista della prim'ora, troverà la morte con addosso l'emblema del partito osteggiato e la camicia nera, mentre in un testo successivo (La Profezia di una Strega di Campagna), la vanità erotica di un protagonista sciupafemmine lo porterà ad essere vittima della più insignificante delle sue donne. Anche ne La Guerra del Partigiano Enrico, un combattente stanco di uccidere, si troverà a eliminare proprio il nemico che gli aveva salvato la vita…Il sorriso sarcastico della disillusione poi regna sul finale di Rosso Peonia, un giallo veramente straordinario.
Ne L'Ultimo Fritto la fine del protagonista, già annunciata nel titolo di questo volume dall'artistica copertina illustrante la scultura di un pesce dal volto umano, è la premessa e la scusa per dare il via ad una serie di abbuffate a base di fritti misti, cibo cui anela lo sfortunato e goffo protagonista, ma al quale, ironia della sorte, è allergico!
Attraverso un rocambolesco percorso che lo porterà a godere dei benefici della sua assicurazione sulla vita, Amilcare, interprete di questa strana parabola, potrà godere alla grande degli ultimi sprazzi di vita terrena, fra donne, viaggi, champagne e naturalmente…fritti misti.
La sua fine verrà più volte rinviata, per permettere al lettore di assaporare le diverse pietanze accompagnate da vini pregiati, cui fanno da preludio cocktail e liquori più o meno noti, in un vortice anche vacanziero, amalgamato da diverse sensazioni che porteranno ad un sereno e riflessivo sguardo sui tanti risvolti agrodolci della vita.
Senza voler anticipare niente di un finale veramente da gustare fino in fondo, in un ribaltamento di situazioni che porteranno alla filosofica rivincita del fallito, il lettore vi troverà contemporaneamente una sufficiente esaltazione delle bevande e della buona tavola.
L'Ultimo Fritto non è un libro di ricette ed è facilissimo da digerire.
Scorre giù velocissimo con scioltezza, senza intoppi narrativi, prerogativa dello stile ritmico di cui Mallory aveva già dato prova in precedenza, con quella fine ironia, di cui si faceva cenno in precedenza, che forse non darà sbocchi ad una risata sguaiata, ma ad una lettura di qualità sì!
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