Nell’anno in cui ricorre il 60° anniversario della Resistenza torna in scena, per il secondo anno consecutivo, L’attentato. In mezzo alla scena una sedia vuota che sarà ripetutamente colpita, spaccata, fatta a pezzi. Come il corpo di Anteo Zamboni, assente, di cui tutti parlano.
A distanza di quasi ottanta anni l’attentato a Mussolini in pieno centro a Bologna il 31 ottobre 1926 resta un mistero. Chi fu a sparare? Un complotto? Fascisti dissidenti? Un attentatore isolato? Un mistero italiano tuttora irrisolto.
All'istante un povero ragazzo, Anteo Zamboni, viene ferocemente linciato dai seguaci fascisti, e pochi giorni dopo sono promulgate le leggi speciali che sanciscono l’instaurazione della dittatura: abolizione della stampa d’opposizione, confino per i dissidenti, abolizione dei partiti antifascisti, pena di morte. Lo spettacolo ha proficuamente tenuto conto del saggio Attentato al duce di Brunella dalla Casa edito da Il Mulino; inoltre il testo drammaturgico de L’attentato, scritto da Luigi Gozzi, Nicola Bonazzi, Pietro Floridia, Andrea Paolucci è stato recentemente pubblicato dalla casa editrice CLUEB di Bologna per la collana "Simulazioni".
"Il fascino maggiore di questo lavoro essenziale, apparentemente semplice, sta nella sua capacità di aprire i vuoti. Non è teatro di cronaca e neppure solo esercizio di memoria. Man mano che scorrono le scene, che i monologhi svelano pezzi di verità dei personaggi, è la dimensione umana di questi che assume consistenza."
(Massimo Marino, l’Unità, 27 gennaio 2004)
Attentato al duce, in scena al Teatro delle Moline di Bologna dal 24 al 28 febbraio 2005
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