Il libro
Fotofinsh è un'antologia corale nel vero senso della parola: gli autori si passano il testimone esplicando quanto lasciato in sospeso dall'altro e il risultato è formidabile, non è la solita antologia appiccicaticcia, non un puzzle messo assieme con la sputazza, si direbbe al Sud.
Perché qui siamo al Sud, il meridione d'Italia, ma anche la frontiera del nostro cervello: sembra incredibile, ma nel 2007 prende piede una piaga che sa di Far West, le corse clandestine di cavalli.
Ma vediamo i racconti uno per uno:
Si chiama Passione, di Giacomo Cacciatore
L'atmosfera è rarefatta, una realtà che sembra fatta di "niente mischiato con minchie" ma che invece, così vaporizzata nella narrazione, si finisce per respirare come una polvere tossica. E si tossisce, perché questo è il fine: farci squassare i polmoni del sentimento e del raziocinio, per scaracchiare il problema. E la questione, come uno scaracchio in mezzo alla via, è disgustosa. Ma reale. Sad but true. Leggere per credere.
Cavalli e cavalieri: Camelot è un sogno che si tramuta in incubo.
Brutto stronzo amore mio, di Gery Palazzotto
Formidabile. Sulla piccola distanza del racconto colpisce in pieno. Ed emoziona legando il torbido tema dell'antolgia a una storia molto "umana", intima e familiare. Non esattamente un racconto "verista", infatti sono presenti alcuni passaggi drammatici ad hoc, ma cribbio, questa è letteratura, mica cronaca! Il pezzo forte dell'antologia.
Anche i cavalli sognano, di Valentina Gebbia
Una storia che fa del cambio di visuale e di registro il suo punto di forza, cose che normalmente indeboliscono ma che in questo racconto prendono, è proprio il caso di dirlo, il lettore per le briglie e lo immergono nella storia.
Parlano gli autori
Veramente, una cosa così, le corse clandestine dei cavalli non me la aspettavo in questo secolo. Come è possibile, secondo voi? E com'è che Cosa Nostra, con tutte le altre forme di guadagno illecito, si butta in un affare apparentemente più rischioso?
[GC] Ottima domanda. Purtroppo io non sono un esperto analista di cose di mafia. Posso risponderti solo sulla scorta di una mia impressione, e quindi con un’ipotesi. E se quello delle corse clandestine fosse uno dei pochi affari illeciti con cui, oltre a guadagnare, i criminali organizzati si divertono? Una corsa dà pur sempre delle scariche di adrenalina e mette in gioco altre componenti, chiamiamole così, "ludiche": la competizione, il gusto della sfida anche tra città e zone "rivali" della Sicilia. Ho sentito, per esempio, che molte corse si svolgono nel siracusano, dove però anche i palermitani vanno in trasferta, portando i loro cavalli. In senso distorto, magari lo spirito è simile a quello campanilistico che anima le competizioni tra contrade in un qualsiasi palio.
[VG] Fa parte di tutte quelle manifestazioni quotidiane di micro-illegalità che prosperano nel disinteresse e nell'ignoranza generali. Forse non parlerei solo di Cosa Nostra ma di criminalità organizzata in genere. E poi, allo stato attuale, con la connivenza anche pseudo-innocente di persone che mi hanno definito la cosa "un passatempo fra amici che amano scommettere" non è affatto così rischiosa, senza considerare che il giro d'affari generato dal sistema corse clandestine (allevamenti, furti, scommesse, macellazioni clandestine, etc...) è un giro di milioni di euro.
[GP] Beh, non credo che sia un affare troppo rischioso. E’ un tipo di reato che non desta allarme sociale, un business sommerso. Le corse clandestine sono un piccolo affare per Cosa Nostra ma testimoniano la una volontà ferrea di controllare il territorio in modo capillare.
A proposito, che aria si respira nel "dopo Provenzano"?
[VG] Sinceramente, a mio parere, la cattura di Provenzano non ha cambiato proprio nulla. Ho la sensazione che fosse una cattura ormai maturata e accettata. La mafia ha ben altri tentacoli ed equilibri non confinabili esclusivamente in Sicilia. La mafia che spara ha lasciato il posto a quella che agisce nell'ombra, che non mostra il sangue ma ne genera a fiumi, presenti e futuri. Qui probabilmente stanno ricominciando a scannarsi per le posizioni di testa, ma le "teste" vere sono ancora ben celate.
[GP] L’aria che si respira non è ancora pulita. Da qualche anno, già prima dell’arresto del superlatitante, si era assistito a un fenomeno di sommersione, di calma apparente. Cosa Nostra aveva rinunciato alle azioni eclatanti per intessere le proprie trame con calma. Da qualche giorno, invece, a Palermo si è ricominciato a sparare.
[GC] E ovviamente non c’è da stare allegri, visto che – come ipotizzano i cronisti – potrebbe anche scatenarsi una nuova guerra per il controllo del territorio.
Si nota una continuità tra i racconti e un'intesa perfetta tra di voi. Immagino vi sarete sentiti durante la stesura. Fotofinish è l'anticamera di un romanzo a tre?
[GP] Fotofinish è un piccolo miracolo di sinergia subliminale. Non abbiamo concordato nulla, ognuno ha semplicemente scritto la sua storia.
[GC]Abbiamo scelto di non parlare dei racconti altrui né di leggerli finché non avessimo completato il nostro. Eravamo curiosi di vedere se, a cose fatte, sarebbe nato un tris di storie compatto anche se variegato nello stile. E, come per magia, tutti e tre abbiamo narrato vicende che hanno per protagonisti dei ragazzini. Una specie di telepatia che ha reso speciale questo libro, a mio parere. Ma non so se funzionerebbe con un romanzo. La forza di Fotofinish sta pure nel fatto che si è trattato di un’esperienza quasi estemporanea, portata a termine con tanta buona volontà ma in tempi abbastanza stretti.
[VG] La magia di questo libro corale, è stata proprio quella di ritrovarsi sull'onda delle stesse emozioni senza mai averne parlato prima che ci arrivasse la bozza di stampa. Tutti e tre abbiamo scelto come protagonisti tre ragazzi e tutti e tre abbiamo individuato nella speranza l'unica via. La speranza che le coscienze, soprattutto dei giovani, si sveglino da questo letale assopimento, è l'unica possibilità per il futuro ed è quello che cerchiamo di trasmettere al pubblico, ogni volta che raccontiamo di questa nostra gratificante esperienza di gruppo. Essere in tre è anche un esempio sano, utile, in una terra come la Sicilia da sempre ammalata di individualismo.
L'ecomafia fa parte del "sommerso" mediatico, su cos'altro focalizzereste la vostra attenzione?
[GP] Il mancato rispetto delle piccole regole del vivere civile: dal codice della strada ai lavori abusivi.
[GC] Si parla troppo poco di rifiuti tossici, di discariche radioattive nascoste a due passi dai centri abitati; insomma, di pistole cariche puntate sulle nostre teste inconsapevoli. Ecco un tema che andrebbe sviscerato. E credo che altri autori della collana Verde Nero se ne stiano già occupando.
[VG]L'ecomafia spazia, purtroppo, in ambiti molto vari, dal drammatico problema dei rifiuti tossici al commercio di opere d'arte trafugate, dallo scempio ambientale quotidiano all'archeomafia, quindi gli stimoli per raccontarne le sfaccettature non mancano. Io l'ho già fatto in passato con alcuni miei libri già pubblicati e lo farò ancora, forse prestissimo, ma non è il momento di parlarne. La considerazione che facciamo spesso, è quanto sia doloroso pensare che un Paese demandi agli scrittori, o ai comici, il compito di denunciare il marciume che sta dietro la montagna di falsità che ci sommerge ogni giorno...
Il problema
Le corse clandestine di cavalli si svolgono su asfalto, su un rettilineo di non meno di tre chilometri cavalli e fantini corrono senza esclusione di colpi, appalauditi e incitati da una folla composta non solo da pregiudicati ma anche da rispettabilissime persone come notai, avvocati e medici che buttano nelle scommesse migliaia di euro.
I dati dell'ultimo Rapporto Zoomafia, a cura di Ciro Troiano della LAV, dicono che "tra il 2004 e il 2005 sono state bloccate dalle forze di polizia 16 corse, sequestrati 130 cavalli, e denunciate ben 636 persone di cui 4 minorenni, nell'ambito di inchieste su corse clandestine e truffe di ippica, scommesse e doping".
Ah, perché non essendo uno sport, la somminstrazione di farmaci per migliorare le prestazioni dei cavalli sono ovviamente consentite. E in questo clima di sospensione di ogni regola, tutte le mafie, manco a dirlo, dimentacano ogni dissapore e diventano buone amiche.
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