Stiamo parlando di Gli Occhi e il Buio, un vero e proprio romanzo a fumetti di ben 290 pagine scritto e disegnato dall’artista bresciano Gigi Simeoni ed edito dalla Sergio Bonelli Editore, che ha richiesto quasi due anni e mezzo di lavoro per costruire una storia che è una sorta di viaggio allucinante tra genialità e follia, tra Bene e Male.
Già dalle premesse, il romanzo si presenta come qualcosa di decisamente diverso dai prodotti fumettistici ai quali il pubblico è abituato, rifuggendo qualsiasi classificazione di genere: ambientazione italiana, all’inizio del ventesimo secolo, con personaggi e ruoli studiati appositamente per rappresentare l’effervescenza e i dinamismi di crescita ed espansione culturale e sociale tipici della Belle Epoque.
Non solo l’ottimismo rappresentato dalla florida imponenza delle architetture liberty o dal gigantismo di un’ingegneria industriale fiera e supponente, il transatlantico Titanic ne è un celebre esempio, quindi, ma anche una rappresentazione strumentale della situazione politica e sociale di quel periodo: un’Italia dove l’analfabetismo arrivava a sfiorare il 40% del totale della popolazione, gli scioperi dei lavoratori finivano spesso in tragedia, con cariche delle Forze dell’Ordine, morti e feriti.
L’Italia dei Futuristi e delle altre avanguardie artistiche, pronte a dissodare il “marciume ottocentesco” e portare nuova linfa e nuove idee in tutti i campi dell’espressione artistica ed estetica.
L’Italia delle battaglie tra i quotidiani, che da organi d’informazione e svago divenivano mezzi di supporto alle diverse fazioni politiche e per i quali lavoravano reporter d’assalto sempre più simili a investigatori privati.
L’Italia orgogliosamente all’avanguardia con i primi corsi di Polizia Scientifica, che codificavano ed ispiravano a livello mondiale le metodologie d’indagine e di comportamento sulla scena del crimine, valide ancora oggi.
Una rappresentazione strumentale, dicevamo, perché Sime, nome d’arte di Gigi Simeoni, ha volutamente alleggerito la mano su questi aspetti, richiamandoli di tanto in tanto in modo naturale, per non appesantire la lettura nel suo complesso e distrarre il lettore dalla trama principale.
Ma di cosa parla, appunto, la trama? Meglio non svelare nulla.
Dal punto di vista tecnico, potremmo definire il racconto come uno psico-thriller, una caccia all’uomo in cui non c’è solo un confronto continuo tra personaggi diversi per estrazione sociale, psicologica e culturale, ma una rappresentazione dell’eterno confronto tra follia e ragione, genio e raziocinio, libertà espressiva e condizionamento morale.
Insomma, tanti argomenti sostanziosi e avvincenti.
A dare corpo alla trama ci sono molti personaggi, tutti molto realistici e lontani dai noti cliché fumettistici.
C’è una Milano ormai dimenticata, quella dei navigli, delle case a ringhiera, dei bordelli di lusso e di Toscanini.
Fatti storici e romanzeschi si intrecciano sfumando gli uni negli altri senza soluzione di continuità.
I dettagli con cui Sime riempie ogni singola vignetta, dagli abiti alle suppellettili, dai mezzi di trasporto agli attrezzi da lavoro, sono scelti con precisione maniacale ed assoluta fedeltà storica.
Sime è apprezzato da anni proprio per la cura con cui realizza le sue tavole, tanto da aver ricevuto nel 1996 il prestigioso premio “Fumo di China” come miglior autore realistico e, insieme con altri affermati autori bresciani, il premio della critica Anafi per la serie a fumetti “Hammer”, una saga fantascientifica in quindici volumi che ha lasciato il segno e che, purtroppo, ha subito le conseguenze di un mercato poco incline ad incoraggiare progetti coraggiosamente alternativi.
Il romanzo di Sime è il secondo volume che sarà pubblicato dalla Sergio Bonelli Editore per la nuovissima collana Romanzi a Fumetti Bonelli, che ha esordito nel giugno scorso con una strepitosa avventura fantasy scritta a quattro mani da Stefano Vietti e Luca Enoch e disegnata da Giuseppe Matteoni.
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