Se Quentin Tarantino avesse pochi soldi, farebbe un film così.
Vincitore del Premio del Pubblico al Noir in Festival di Courmayeur 2005, Piano 17, dei Manetti Bros., prodotto da Alessandro Passadore, rappresenta una poderosa rivincita dei cosiddetti B-movie.
Realizzato con soli 60.000 euro, grazie anche al contributo degli attori che hanno prestato la propria opera gratis - accettando di venir pagati solo se gli incassi copriranno le spese di produzione -, il film offre una trama avvincente, dall’ambientazione claustrofobica e dal ritmo serrato.
Tre uomini, simulando una telefonata urgente dall’ospedale, fanno uscire un inserviente delle pulizie da un imponente edificio bancario di 17 piani; uno di loro lo sostituisce, portando con sé una bomba ad orologeria già innescata. Dovrebbe essere un lavoretto di pochi minuti, facile facile, ma qualcuno stacca la corrente, e l’uomo, assieme ai due ultimi impiegati della banca che stavano per uscire, rimane imprigionato nell’ascensore. Con una bomba ad orologeria destinata a esplodere.
Girato in tempo reale, il film si snoda attraverso numerosi flashback che, sviluppati in modo originale, non si limitano solo ad offrire delle sottotrame “esplicative”, ma compongono un vero e proprio (mini) film.
E mentre i protagonisti si ingegnano a trovare sempre nuove soluzioni per uscire dalla loro precaria situazione, e il timer della bomba procede il suo inesorabile countdown, il termine “Piano 17”, che per gli spettatori ha già un duplice significato, assume anche un altro, inquietante aspetto.
Basato su una trama solida e sulla straordinaria bravura degli attori, il film avvince e coinvolge, tenendo gli spettatori incollati alla sedia e con gli occhi fissi sullo schermo.
Tra i vari attori, tutti meritevoli, vanno segnalati in modo particolare Enrico Silvestrin, il simpatico protagonista della sit-com Via Zanardi, 33, assolutamente irriconoscibile nei panni del cattivo, ed Elisabetta Rocchetti, che nel film si esibisce, senza controfigura, in un’arrampicata sulle funi.
Fa da corollario l’”amichevole partecipazione” di Massimo Ghini, che non si limita a comparire in una sola scena, com’è caratteristico delle “amichevoli partecipazioni” (gratuite ma esigue), ma riveste un ruolo piuttosto importante.
Di solito i cosiddetti B-movie, ovvero i film a basso budget, tanto acclamati da Quentin Tarantino, non offrono una garanzia di grande qualità. Le eccezioni si contano sulle dita di una mano. Una di queste eccezioni è sicuramente Piano 17: un film realizzato con pochi fondi, ma con molto talento e molta passione.
Extra
Backstage
Commento audio dei registi
Interviste al cast tecnico e artistico
Promos: Trailer cinematografico, Spot Tv, Spot teaser
N.2 cortometraggi dei Manetti Bros.
Galleria fotografica
Sottotitoli in italiano per non udenti
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