Con il concerto di Otis Taylor si chiude oggi a Piacenza la terza edizione del festival blues Dal Mississippi al Po, che ha intrecciato per cinque giorni dialoghi fra musica e scrittura. Nel pomeriggio, alle 18.30 al Pontile della Map sulla sponda del fiume Po, l’ultimo Caffè letterario sul tema Musica nel sangue, musica tra le righe, coordinato dal giornalista Seba Pezzani. Interverranno gli scrittori Grazia Verasani e Gianluca Morozzi, che hanno entrambi affrontato il genere giallo. In Blackout, il romanzo rivelazione di Morozzi (per i tipi Guanda, recentemente ripubblicato da Tea), era un ascensore in un caldissimo giorno di agosto ad abbracciare pericolosamente tre destini, tra cui quello di un efferato serial killer. Ed è ancora Bologna lo sfondo delle indagini di Giorgia Cantini, l’investigatrice privata raccontata da Grazia Verasani in Quo vadis baby? (trasposto nell’omonimo film da Gabriele Salvatores) e in Velocemente da nessuna parte (Colorado noir/Mondadori), storie di contorti, ambigui rapporti familiari, intrisi di violenza.

Di thriller si era parlato anche sabato pomeriggio, con Alan D. Altieri e Paolo Grugni, invitati al Caffè letterario Il ritmo delle tenebre. In realtà, l’ultimo libro di Grugni, Mondoserpente (Alacràn), viene definito in copertina “un antithriller”, o meglio, come ha spiegato Altieri, si tratta di “una sorta di thriller in cui viene violata ogni singola regola”. Grugni vi ha infatti “mescolato generi e formati della letteratura:prosa, poesia, sceneggiatura, giornalismo e pièce teatrale”. Invece, le opere di Altieri sono tutte declinazioni del thriller: techno, metropolitano o storico, come nella trilogia di Magdeburg (Corbaccio) che, a metà giugno, si concluderà con Il demone, a suggellare il cupo affresco della Guerra dei Trent’anni, cominciato nel 2005 con L’eretico e proseguito con La furia nel 2006.

“La maggior parte dei miei libri – ha spiegato

La copertina di Mondoserpente
La copertina di Mondoserpente
Altieri – sono thriller d’azione dura, Magdeburg compreso. Sono cresciuto a film western negli anni ’60, leggendo i Gialli Mondadori e la narrativa d’azione. Ho iniziato a scribacchiare le prime cose a 15 anni, piccoli racconti di fantascienza. Il mio primo romanzo pubblicato è stato però Città oscura (Corbaccio/Dall’Oglio, ora nel catalogo Tea), un thriller metropolitano”. Anche il debutto letterario di Paolo Grugni è stato nel segno del thriller, con Let it be (Colorado noir), serrato confronto tra un semiologo appassionato dei Beatles e un assassino seriale che sembra altrettanto affascinato dai Fab Four. “Avevo trent’anni, quando ho capito – ha rievocato Grugni - che mi sarebbe piaciuto dedicarmi completamente alla scrittura, ma non trovavo il tempo per farlo. Let it be l’ho scritto dal mattino alla sera per un intero anno.

L’ho finito nel 2000 e quattro anni dopo era in libreria. Adesso di soddisfazioni ne ho parecchie, ma rimane complicato fare questo mestiere. Scrivo una, due pagine tutti i giorni, in modo metodico”.

Sull’originalità di linguaggio di Mondoserpente, ha precisato: “Quando scrivo, cerco di trovare una formula adatta a ciò che ho in testa. Il protagonista Michele aveva la singolare capacità di trovarsi sempre dove le cose stavano accadendo. Per questo il libro è diventato una storia d’azione, ma anche horror, fantasy, ecc. Per metterci tutto, ho cambiato un po’ le regole. Quando l’ho finito, ho pensato che difficilmente sarebbe stato capito. Per fortuna, dopo ripetuti rifiuti, ho poi trovato l’editore Alacràn, che ne è rimasto favorevolmente colpito”.

Dalla contemporaneità delle pagine di Grugni, alla Germania del 17° secolo di

Alan D. Altieri
Alan D. Altieri
Magdeburg. “Il mio interesse per la Guerra dei Trent’anni – ha detto Altieri – risale al tempo del liceo. Il manuale di storia vi dedicava solo tre righe. Mi chiesi: Ma com’è possibile che una guerra durasse così a lungo? Non si sono stancati? Così ho approfondito il concetto di guerra generazionale, in cui il testimone passa da una generazione all’altra. Esempi recenti sono il conflitto nell’Irlanda del Nord e quello israelo-palestinese, in corso da sessant’anni e senza alcuna indicazione di una fine imminente. Purtroppo la storia insegna che le guerre generazionali finiscono quando una parte è stata completamente annientata”. La trilogia di Altieri è ambientata quattro secoli fa, ma guarda anche al presente: “Nel compiere le ricerche sulla Guerra dei Trent’anni ho riscontrato diversi parallelismi con l’epoca attuale: lo stesso vuoto di potere, la stessa pornografica stupidità dei governanti, la stessa cavernicola sopraffazione nei confronti dell’inerme”.

Oggi gli appuntamenti del festival blues, tutti a ingresso gratuito (il programma completo è consultabile su internet, all’indirizzo www.festivalbluespiacenza.it), si terranno a partire dalle ore 17.30 al Pontile della Map, sul Lungopo, in via Nino Bixio, dove il pubblico potrà incontrare in anteprima i musicisti Fabrizio Poggi e Otis Taylor, che si esibiranno in serata. Il pomeriggio proseguirà alle 18.30 con Grazia Verasani e Gianluca Morozzi, nel Caffè letterario, con gli intervalli musicali “acoustic live” del chitarrista Francesco Piu. La sera, protagonista la musica dal vivo alla Cavallerizza, sullo stradone Farnese. Alle ore 21.30, concerto di Fabrizio Poggi & Chicken Mambo. Il grande bluesman Otis Taylor salirà sul palco alle 22.30, accompagnato dalla figlia maggiore Cassie, bassista.

Otis Taylor
Otis Taylor