Il libro
E' sempre lui il protagonista, si potrebbe dire, il Gorilla, anzi la sua terza incarnazione dopo il Socio. Solo che questa volta ha un altro nome e di mestiere fa il cuoco che viene dalla galera, non sta a Milano ma lavora in un piccolo albergo del bergamasco. Una vera e propria translazione del Sandrone Dazieri scrittore, personaggio e pure ex-cuoco.
"Il capriolo" non 'è l'Overlook Hotel di Stephen King o di Stanley Kubrick, ma fa paura lo stesso. E' la porta che si apre sull'inferno del traffico miliardario e illegale sugli animali esotici e in via d'estinzione.
Una realtà enorme in cui finiscono per navigare tutti i "nuovi miserabili" di Sandrone, gente semplice, come carabinieri, baristi, guardie forestali e abitanti di piccole comunità. Non c'è bisogno di imbastire intrighi internazionali per rendere narrativamente questa misconosciuta piaga sociale che è l'ecomafia.
Ed è questo il pregio maggiore del romanzo, dare la percezione esatta di quanto il piccolo quotidiano sia infiltrato di questi torbidi affari in cui le Bestie, ovvio, sono gli uomini e non gli animali.
Sul piano formale c'è poco da dire, Dazieri è uno scrittore navigato - e di mestiere - e la sua scrittura è tagliente, ironica e precisa, tanto da far passare in secondo piano alcuni passaggi deboli, dato il poco spazio a disposizione.
Parla l'autore
Sandrone, in che modo l'ecomafia ti ha colpito? In pratica, qual è la molla, oltre all'impegno, che ti ha spinto a scrivere Bestie?
Mah, mi sono sempre occupato dell'oggi, nei suoi aspetti più controversi, scrivendo noir. Chiariamo, i miei libri non sono delle inchieste giornalistiche, e Bestie non fa eccezione. Lavorando sull'immaginario dei miei lettori cerco di dar loro degli spunti che li portino a considerare tematiche che mi stanno a cuore. A vederle con occhi diversi. La distruzione dell'ecosistema e' una di queste: ne avevo già parlato nel Karma del Gorilla, dove uno dei cattivi della vicenda soffre di "sensibilità chimica multipla", un effetto dell'inquinamento globale.
Nel tuo libro fai una descrizione molto tagliente del problema. Possibili soluzioni?
Solo un rapporto diverso dell'uomo con l'ecosistema potrà salvarci. L'ecomafia è solo la punta dell'iceberg, quelli che la legge indica come "vietati", ma se, come si dice, metà delle specie animali scompariranno da qui a novant'anni, dipenderà soprattutto dai comportamenti "quotidiani" che abbiamo tutti noi. Sfruttamento della natura, distruzione degli habitat naturali, disboscamento, inquinamento...
Il protagonista sembra essere una tua nuova scissione letteraria. Premeditata o assolutamente naturale?
Naturale. Era un personaggio di cui volevo scrivere da un po'. Ho fatto il cuoco per una decina di anni, e volevo fissare su carta alcune impressioni. E mi piacciono i personaggi con un passato difficile, al quale non possono sfuggire.
Il maggior pregio di Bestie è la prospettiva con la quale riesce a calare un problema globale in una dimensione di piccola quotidianità (vedi ambientazione, personaggi, ecc). E allora perché la gente comune è così insensibile al problema, credi sia solo una questione di media?
Prima di tutto perché il nostro rapporto con gli animali è viziato dal fatto che li mangiamo. Se mangi una mucca, o un maiale (che per inciso è molto più intelligente di un cane), se vai a cacciare ai cervi e agli uccellini, alla fine non puoi rimanere troppo colpito dalla morte di un elefante o di un rinoceronte. Sono solo prede più grosse. Poi perché sappiamo che tutti noi stiamo distruggendo la natura, non solo gli ecomafiosi. Ci spaventano, ma in fondo ci riconosciamo un po' in loro, e in parte li assolviamo.
L'ecomafia fa parte del "sommerso" mediatico, su cos'altro focalizzeresti la tua attenzione(e quella dei tuoi colleghi)?
Sulle automobili. A Milano, la mia città, si muore di inquinamento e non si riesce mai a vedere il cielo. Sarà anche legale, ma è un lento suicidio.
Mica da ridere
Traffico di specie animali e loro derivati: non vi vengano in mente mucche e formaggi, perché qua si parla di fauna in via d'estinzione e roba tipo avorio e pellame, ma anche unguenti stralunati come la bile di orso, a detta di qualche folle, il rimedio all'impotenza, alla gastrite, al raffreddore e all'artrite. Sembra assurdo, ma c'è parecchia gente che la compra. E non ci sono giustificazioni che reggano, neanche la buonafede dell'acquirente che magari potrebbe sentirsi preso in giro, fregato. Il problema è che il raziocinio di cui l'umanità va fiera è in via d'estinzione pure lui.
Altro che Homo Sapiens, Homo imbecillens.
Ah, quancuno potrebbe dire che, tutto sommato, in tutti questi millenni di cose buone ne abbiamo tirato fuori dalla nostra cocuzza bollita.
Vero, verissimo.
I numeri, per esempio.
E i numeri dicono che il giro d'affari che le "multinazionali del crimine" (già, sempre loro, sempre noi) "è stimato dal Corpo Forestale dello Stato in 1,5 miliardi di euro, per un mercato 'frequentato' soprattutto da occidentali. A rischio c'è l'estinzione di circa 100 specie di animali ogni anno, sia terrestri che marine" (Antonio Pergolizzi, coordinatore Osservatorio Nazionale Ambiente e Legalità, Legambiente).
Cifre mica da ridere.
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