Dietro lo pseudonimo di Homo Interrogans, si nasconde Giovanni Sicuranza, medico legale, che con Maschere, edito da Giraldi, esordisce nel mondo del noir con un'opera sicuramente originale.

Si tratta infatti di un'antologia di racconti, completata da alcune poesie, ognuno indipendente dall'altro, ma accomunati da un filo rosso, da topoi e tematiche ricorrenti, da un'atmosfera noir che li permea tutti.

La definizione che meglio esprime la complessità dell'opera è quella utilizzata da Valerio Evangelisti nella sua prefazione: "Homo Interrogans dà vita alla morte". In queste poche parole è davvero racchiuso il segnificato più ampio di Maschere, in cui la morte è senza dubbio la vera protagonista.

Nei racconti, dalla profonda essenza noir, si affrontano infatti diverse tematiche: la malattia, la diversità, la maschera che troppo spesso ci si costringe a indossare.

Attraverso l'analisi e l'indagine dei lati più oscuri dell'animo umano, l'autore conduce il lettore in un viaggio a tratti surreale, sempre molto intenso e riflessivo. Alcuni racconti subiscono, però, la forzatura stilistica. Alcuni paiono troppo costruiti: icone nitide di un perfetto lavoro di elaborazione letterarie, ma proprio per quetso più freddi e artefatti, meno vissuti e coinvolgenti. Lo stesso vale per le poesie, che esulano in parte dal resto e sembrano inserite nella raccolta, senza integrarsi completamente col resto.

Una nota di demerito va, invece, all'editore, che, oltre a non distribuire l'opera sul territorio nazionale, non ne ha curato per nulla l'editing, lasciando evidenti refusi e piccoli errori di distrazione, che costringono a tratti a una lettura un po' più faticosa.

In generale, però, il giudizio sull'opera è positivo, ma con l'augurio che, in un prossimo romanzo, l'autore riesca utilizzare in maniera sapiente le sue caratteristiche stilistiche, lasciando un po' più spazio al cuore e meno alla testa.