A meno di due mesi dall'uscita del romanzo dedicato a Caravaggio dal titolo Il colore del sole, l'infaticabile Andrea Camilleri torna nelle librerie con Le pecore e il pastore, pubblicato da Sellerio nella collana La Memoria.

Si tratta di un'opera a fondo storico, un saggio, forse, più che un romanzo, sulla scia del precedente La bolla di Componenda. Lo scrittore, alternando pagine dedicate a un passato recente, a altre che risalgono a secoli antichi, indaga le circostanze misteriose in cui dieci suore si sacrificarono per salvare la vita del vescovo Peruzzo.

Gli elementi sono quelli a cui Camilleri ha abituato i suoi lettori: uno spunto tratto da un fatto misterioso del passato, l'indagine che cerca di svelare alcuni interrogativi, la ricostruzione storica a ritroso nel tempo.

Qualcosa, però, sembra proprio mancare in quest'opera, l'impressione è una fretta di fondo che permea le pagine, che non permette di godere appieno i passaggi e i fatti narrati.

Mentre nel titolo è raccolta tutta la forza e il significato complesso della storia, nelle pagine manca l'approfondimento e lo sviluppo sfaccettato della vicenda.

E' triste pensare che un autore come Camilleri rincorra il numero dei titoli da pubblicare, penalizzando la qualità del prodotto offerto, ma la sensazione di fondo è proprio questa. Resta una certa insoddisfazione per aver letto quelli che appaiono gli appunti per la stesura del romanzo e non l'opera vera e propria. Manca totalmente la forza narrativa che sviscera e illustra le vicende, che approfondisce e indaga come l'autore ha sempre dimostrato di saper fare.