Allora Fabio…

Allora cosa?

L’intervista…

Quale intervista?

Non fare lo gnorri che nessuno ti crede. Non vedevi l'ora di essere intervistato.

O pallino! Porta rispetto per i miei capelli bianchi.

Non ne vedo molti in giro…

Ah, si comincia bene!

Incominciamo dalla presentazione. Chi sei, che cosa hai fatto, cosa fai, cosa vorresti fare. Le solite cose…

Prima cosa è che sono nato. Lì per lì ci sono rimasto male ma poi ho visto che ero in buona compagnia, di soggetti come me voglio dire, e ho accettato la condizione di essere vivente. Sono nato a Poggibonsi (provincia di Siena) il 1 maggio 1946, trasferito subito a Staggia Senese per quasi venti anni, poi a Siena ed ora a San Rocco a Pilli.

Titolo di studio?

Titolo di studio a me? O bischero, o non si capisce subito dal mio eloquio che sono laureato?

Beh, insomma…

E anche con un pezzo grosso dei miei tempi. Quel Giorgio Spini, autore di un fortunato manuale per le superiori, che era per noi studenti un vero mito. Con lui buttai giù la “Storia economica di Siena dopo la caduta della Repubblica” che è diventata…

Che è diventata?

Lasciamo perdere…

No, non lasciamo perdere. Ripeto la domanda. Che cosa è diventata?

La mia tesi di laurea.

E ti pareva, tutti uguali. Dunque laureato.

Sicuro come il sole allo spuntar del giorno.

Mi sorge un dubbio.

Su che cosa?

Sullo spuntar del sole.

Bellina. L’accetto.

Andiamo avanti.

Andiamo avanti.

Lavoro?

Pensionato, ex insegnante di Materie Letterarie.

Sicuro? Ci vuoi ripensare?

Ma allora questa non è una intervista. E’ una presa per…

Niente parolacce. Per questo basta la televisione e avanza.

Sono d’accordo.

Sposato?

Sposato con due figli.

Le tue passioni?

Bella domanda. Non me l’aspettavo. Dunque la storia, gli scacchi ed il giallo. Vado a ruota libera?

Vai, ma stai attento.

Attento a che?

Non so, ho paura che andando a ruota libera…insomma ad una certa età uno può anche perdere il filo del discorso…

Ma va a...

Niente parolacce.

Niente parolacce. Lo giuro anche se…

Hai giurato.

Lo rigiuro.

Bene

Dicevo che… dunque…

Lo vedi che avevo ragione.

Ah, ecco. La storia. Mi è sempre piaciuta. Soprattutto le biografie dei grandi condottieri. Mi ricordo una volta…

Stringere.

Che cosa?

Stringere, sintetizzare, venire al sodo. Non abbiamo molto spazio per questa intervista. Bando ai ricordi che non interessano nessuno. Di solito risultano solo patetici.

Bando ai ricordi. Dicevo la storia e poi gli scacchi. Dove, lo dico con un certo orgoglio, mi sono fatto un nome.

Che nome?

Che nome? Ma è un modo di dire. Non cado in questa nuova provocazione. Sono diventato Maestro di scacchi ed ho scritto anche qualche libro!

Figurati.

Pubblicato perfino dalla Mursia.

Sì, certo, certo. Andiamo avanti.

Passo al giallo.

Passaci.

Quando si dice il Destino.

Dilla.

Che cosa?

La parola Destino.

Fra poco non dirò niente ma passerò direttamente ai fatti. Per quanto riguarda il mio primo impatto con il giallo, Il Destino, l’ho già scritto e lo ripeto…

Se l’hai già scritto non c’è bisogno di ripeterlo.

Bene, allora chi desidera sapere il mio primo impatto con il giallo si legga l’intervista pubblicata su “La diabolica setta di Caissa-Scacchi e sesso” della Prisma editore (prisma@nexus.it) e non rompa…

Giuramento!

Giurato.

Mi volevi dire qualcosa sul rapporto scacchi e giallo.

Chi te l’ha detto?

Me lo hai scritto.

Non ricordo.

Te lo ricordo io.

Ah, sì. Questa me la fai dire tutta.

Perché, finora te l’ho impedito?

Assolutamente. Dunque c’è pronto un bel progetto che riguarda gli scacchi e il giallo. Una antologia di racconti curata da Mauro Smocovich, da Mario Leoncini e dal sottoscritto con il possibile titolo “Scacchi e crimine”. Che verrà pubblicata dalla Ediscere di Verona, un piccolo editore ma dalle grosse …e hai già capito. Tra l’altro ha pubblicato i libri di Kasparov. Non so se mi spiego.

Spiegati, disse il paracadutista al paracadute.

Questa me l’hanno detta quando succhiavo il latte dalla poppa della mi mamma.

E chi è questo Leoncini?

Il vicepresidente della federazione scacchistica italiana, igno…

Le parolacce!

Ignorante non è una parolaccia e ci sono andato leggero. Una cosa importante.

Meno male.

Una parte di questi racconti verrà sicuramente dalla scuola di scrittura “Non esserci sarebbe un delitto” creata da Mauro Smocovich, Sabina Marchesi e Carlo Lucarelli. Per informazioni info@sarebbeundelittononesserci.com

L’unica cosa decente in questa intervista. E non ti saluto nemmeno.

Accidenti a te e a chi ti c’ha mandato!

Sito di Fabio Lotti  www.libridiscacchi.135.it