Nuova uscita per la collana Strade blu di un testo di Chuck Palahniuk. Ancora una volta non si tratta di un romanzo: questa raccolta dell'autore di Fight Club è infatti un'antologia di saggi di costume e resoconti personali, comparsi qua e là su riviste di vario genere e qui collezionati. L'idea dietro all'operazione editoriale è semplice: mostrare - da parte dell'autore che ha fatto del grottesco iperbolico la propria peculiarissima cifra stilistica - come spesso la realtà sia molto, ma molto più bizzarra e improbabile della fantasia. Ecco allora che Palahniuk ci descrive il festival degli scontri fra mietitrebbie e quello della promiscuità sessuale, la biografia di Brian "Rocket Guy" Walker (il primo uomo che ha fatto volare un razzo privato) e quella dei costruttori di case a forma di castello medievale. Nella parte finale i testi si fanno più personali e Chuck racconta un po' di retroscena relativi al suo maggiore successo, ossia proprio Fight Club, riguardanti di volta in volta l'adattamento cinematografico, l'ondata di popolarità che ne è seguita e anche le inaspettate reazioni di solidarietà da parte dei lettori (non pochi dei quali affermano, a detta dell'autore, di compiere già da tempo ciò che Palahniuk aveva descritto tra le azioni di Tyler Durden).
Lo stile con cui sono raccontate le vicende - e il tono delle vicende stesse - è quello, inconfondibile, dell'autore culto. A lettura ultimata di questi articoli, però, non resta che una sensazione, riassumibile icasticamente in un: "embe'?!?". Insomma, i testi sono carini, niente da dire, ma tutta l'operazione editoriale sa un po' di raccogliticcio, di quelle antologie fatte mettendo assieme materiale sparso e non particolarmente importante. Attendiamo Palahniuk a una nuova prova narrativa degna di tale nome, che riporti la sua scrittura ai fasti dei romanzi veri e propri.
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