Pompei anno 62 d.c., oscure trame portano alla morte di Cornelia, una fanciulla all’apparenza irreprensibile ma che sembra nascondere un segreto. A far luce sull’accaduto viene chiamato il più improbabile degli investigatori: Meleagro. Un uomo brutto, sporco, cattivo, che frequenta le prostitute nei lupanari e passa le notti a giocare a dadi nelle bettole, faccendiere ed organizzatore di spettacoli gladiatori, che non rispetta nulla e nessuno… imperatore compreso.
Un uomo con un segreto, che cinico e disincantato, non sembra provare scrupoli o rimorsi, ma che di fronte a un mistero, al dubbio di essere un burattino nelle mani altrui è pronto a mettere in gioco ogni cosa, persino la vita. Così fra intrighi e corruzione, sesso e morte, Meleagro, sfrontato ed incosciente, riuscirà a scoprire cosa si nasconde dietro il potere e il vizio di una città che si avvicina alla distruzione.
I veleni di Pompei, di Arthur Crane, pubblicato dalla Robin edizioni nella Collana i luoghi del delitto, è un giallo storico solido e piacevole, scritto con mestiere e passione, le pagine scorrono veloci e fresche, la scrittura è felice, e la ricostruzione storica accurata e competente. L’intreccio accurato e intrigante si dipana fra dialoghi serrati e convincenti, superando con disinvoltura le difficoltà di un ambientazione così complessa e problematica.
Ma quello che più colpisce, quello che fa emergere questo romanzo fra i tanti a sfondo storico, è il suo protagonista… un uomo geniale e istrionico, un antieroe senza scrupoli, una canaglia dalla lingua tagliente e dai modi spicci, ma che è disposto a cercare la verità dietro il velo delle menzogne.
Meleagro sembra uscito da un film di Humpry Bogart per giungere, in tunica e calzari, fra le colonne dei templi e le vie del foro. Non indossa impermeabile e cappello, non fuma sigarette, o beve whisky, ma lo sguardo divertito e sfacciato è quello di chi ha visto troppo nella vita, e il sorriso, tagliente come una lama, è quello di chi sa come essere crudele!
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