Professional (Italian) Gun

di Fabio Novel

E’ motivo di profonda soddisfazione, per me, scorrere le pagine di PROFESSIONAL GUN, questo primo speciale Segretissimo dedicato al Professionista, il serial action hero di Stephen Gunn.

Lo è, evidentemente, perché sono presente in queste pagine con un “mio” omaggio a Chance Renard. Un racconto in cui ho voluto immaginarlo più vecchio di vent’anni, con ciò che può comportare per un uomo d’azione come lui. Un modo per augurargli lunga vita. E’ questa una partecipazione che mi onora sia in quanto affezionato lettore di Segretissimo sia come fan della prima ora del Professionista. Ma soprattutto mi dà trasmette estrema emozione il messaggio di amicizia e vicendevole stima che questa antologia rappresenta per chi ne fa parte. Per quel che mi riguarda, Stefano non solo è uno scrittore eccezionale, ma anche un vero amico. Per molte, provate, ragioni.

Ma la contentezza nel veder pubblicato questo volume sta anche nell’implicito riconoscimento del successo raggiunto dal Professionista, consolidato protagonista della narrativa di genere nazionale. Una manifestazione di stima da parte di un pubblico affezionato che la Mondadori ha ha evidentemente recepito e concretizzato, dando riscontro fattivo con questa antologia.

Last but not least, mi compiaccio della realizzazione di PROFESSIONAL GUN in quanto speciale “tutto” italiano.

Chi mi conosce sa bene quanto nei miei articoli, in rete e non, abbia spesso parlato della narrativa di spionaggio italiana. E come io abbia un debole per quella che, scanzonatamente, viene ormai non solo da me definita la Segretissimo Foreign Legion, cioè gli autori italiani che, prettamente sotto pseudonimo, pubblicano nella collana in questione.

PROFESSIONAL GUN è una prima occasione per vedere riuniti assieme, in un volume parzialmente antologico, alcuni di questi scrittori. Autori come Alan D. Altieri, François Torrent (Andrea Carlo Cappi), Jack Morisco (Giancarlo Narciso) e Jo Lancaster Reno (Gianfranco Nerozzi). Membri di un Wonder Team che, nell’occasione di questo tributo, vengono affiancati da Giovanni Zucca, Ettore Maggi e… vabbé, ci sono anch’io, e perdonate il piccolo conflitto d’interessi… 

PROFESSIONAL GUN è dunque anche una bella vittoria per tutti noi che abbiamo creduto agli spy thrillers “made in Italy”. Che li abbiamo realizzati o sostenuti.

Siamo altrettanto convinti che sia questo sia solo un traguardo intermedio. Una prima missione. Perché Segretissimo ha ospitato altri validi scrittori italiani. E altri ancora sono in arrivo. Il progetto di riunirli in un’unica antologia esiste ed è in progress, anche se è prematuro azzardare quale, alla fine, sarà la sua veste editoriale.

PROFESSIONAL GUN però - non scordiamolo presi da un empito d’orgoglio collettivo - è “soprattutto” la celebrazione del Professionista.

Che poi Chance Renard sia diventato il portabandiera della Foreign Legion, è collaterale.

Un abbraccio, Chance Renard.

Alla prossima.

A GANGLAND.

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TUTTI  GLI  UOMINI  DEL  “PROFESSIONISTA”

Presentazione di Alan D. Altieri

 

Stephen Gunn e Chance Renard, Chance Renard e Stephen Gunn: la classica accoppiata vincente. Dieci anni, una media di due romanzi all’anno, un totale di ventitre avventure: “Il Professionista” rimane la serie di Mondadori Segretissimo più lunga e più fortunata mai scritta da un autore italiano. A dispetto del nòm de plume “armato”  -- da “Gunn” a “gun” il passo fonetico è pressoché inesistente -- Stephen Gunn è in realtà l’eclettico Stefano Di Marino, narratore, saggista, cinefilo, martial artist. Nell’ambito della letteratura seriale di azione/intrigo, le avventure di Chance Renard -- molte delle quali divenute ormai dei veri e propri classici -- fanno da robusto contraltare a quelle di SAS, il rutilante principe austriaco Malko Linge creato dall’asso francese Gérard de Villiers. Nel tempo, la serie de “Il Professionista” ha continuato a essere sostenuta da elementi di tecnica narrativa tanto articolati quanto rigorosi, e tutti perfettamente integrati nei criteri fondamentali di Segretissimo:

- un protagonista duro, temerario ma anche dotato di una sua etica;

- intrighi alla nitroglicerina, eppure sempre solidamente ancorati a realtà delle situazioni politiche e belliche internazionali;

- straordinaria padronanza dei meccanismi dell’azione bellico-spionistica;

- scenari esotici frutto sia di viaggi che di attente ricerche da parte dell’Autore;

- situazioni erotiche ampio spettro e di indubbio impatto.

Abbiamo seguito Chance Renard dalle jungle di vetrocemento dalle metropoli dell’Asia alle jungle pluviali dell’America Latina, dai ghiacci eterni della Siberia alle spiagge roventi della Malesia. Siamo stati al suo fianco in ogni tipo di scontro con avversari brutali, subdoli, psicopatici, ma sempre, invariabilmente letali. Lo abbiamo visto usare ogni tipo di arma immaginabile e inimmaginabile: baionetta, pistola, fucile d’assalto, lanciagranate, mitragliatrice a canne rotanti. Infine, abbiamo ammirato le sue pressoché inestinguibili arti amatorie.

Ma l’aspetto che rende Chance Renard un protagonista pressoché unico tra gli eroi e anti-eroi dell’intrigo spy-action è la continua evoluzione della sua psicologia. Il giovane transfuga della Legion Etrangère delle prime avventure – ancora in qualche modo pervaso da una sorta di idealismo  -- ha lasciato il posto alla quintessenza dell’eroe bruciato. Il Chance Renard del terzo millennio è un uomo ostile al potere in ogni sua forma. E’ un soldato di ventura che, nel profondo, rifiuta qualsiasi forma di autorità. E’ un guerriero la cui già scarsa fiducia nella natura umana si è inesorabilmente sgretolata.

Vogliamo davvero dargli torto? L’evoluzione, in peggio, non riguarda solamente Chance Renard personaggio. It’s always been a cold, hard world out there: è sempre stato un mondo duro e gelido quello che c’è là fuori. E dopo il famigerato 9/11 – con tutti i complotti svelati, le guerre sbagliate, gli scandali infami che sono seguiti a quella data decisamente fatale – è diventato un mondo addirittura più duro e più gelido.  E ancora una volta sono gli autori di spy-thriller a tracciare le nuove mappe dell’inferno.

Vorrà pure dire qualcosa se un solido, pragmatico analista dello spionaggio come Robert Littell ci mostra una “Company” (leggi CIA) molto più simile alla viscida e gangsteristica Enron che non al vetusto e glorioso OSS. Vorrà pure dire qualcosa se un duro e puro ex-SAS come Andy McNab presenta nei suoi ultimi romanzi un Iraq nel caos e un Kosovo da incubo. Infine vorrà pure dire qualcosa se perfino un glorioso vecchio cold warrior quale il maestro di noi tutti John Le Carré sceglie di scrivere un libro come The Constant Gargener (Il Giardinere Tenace) il cui i fetenti veri sono le multinazionali farmaceutiche, barracuda pronti a immolare tutto e tutti per qualche tonnellata di medicinali scaduti. Un’unica, acida morale in questo nostro mondo globalizzato, webbizzzato, cellularizzato e polonizzato: siamo alla Gotterdammerung, il crepuscolo degli dei. Niente più stati, solo stati—canaglia. Niente più nazioni, solo corporazioni. Niente più governi, solo nomenklature. E al posto delle sane, vecchie guerre di una volta, tutte eroi e vessilli, eccoci servite vili, maledette guerre per bande. O per banche che dir si voglia. Oops, adesso però le chiamano operazioni umanitarie. In sostanza George Orwell e Aldous Huxley si stanno rivoltando nella tomba, potete scommetterci.

A tutti gli effetti, “Il Professionista” è l’unico serial tutto italiano che tratti questo sinistro, malefico nuovo dis-ordine mondiale con il taglio impietoso e cruento di una cauterizzazione. Anestesia? Nemmeno a parlarne. Non è un caso che Chance Renard sia the ultimate mercenary, il mercenario definitivo. Non è un caso che i suoi “datori di lavoro” siano indifferentemente CIA deviata (come se esistesse una CIA non deviata…), ex-KGB diventato succursale della maffya, sindacati segreti con le mani in tutte le paste al veleno, multinazionali di petrolio e diamanti che fanno apparire la micidiale Dinastia dell’Oro dei bei tempi come lo zeKKino d’oro.

Non è quindi un caso che Segretissimo celebri i dodici anni de “Il Professionista” con una racconta antologica al napalm.

Apre le ostilità “Il Luparo”, straordinario romanzo breve inedito in cui Chance Renard è una sorta di narratore/deus-ex-machina. Al fulcro dell’intrigo -- attingendo sia dai grandi western classici di Sergio Leone che dalla prima, straordinaria filmografia di John Woo – c’è un classico incontro-scontro generazionale tra i due esecutori di punta di una enigmatica killer élite di matrice corsa. Premeditatamente, quasi filosoficamente ambientato nella Bangkok dei primi Anni ’90— già terra di conquista di signori della droga, triadi corporate, polizia cancrenosa e assassini per tutte le stagioni maledette - “Il Luparo” è al tempo stesso cronaca del rendez-vous con un destino inesorabile, atmosferico ritratto di un amore impossibile e analisi di quella metamorfosi sociale ed economica che in meno di dieci anni porterà l’Asia Peninsulare a tramutarsi nel labirinto decadente di oggi.

In seconda ondata d’assalto, “Vendi Cara la Pelle”, un Chance Renard DOC che vede il Professionista impegnato in un incontro ravvicinato del quarto tipo – il tipo in cui ci si rimette, appunto, la pelle -- contro i Lupi Mannari, famigerata organizzazione di neo-nazisti intrisi di fanatismo nichilista. Dalle spiagge dorate (nonché petrolifere) del Golfo Persico alle foreste della pioggia (quello che ne resta) della Nuova Guinea, Chance dovrà fare ricorso a tutte le proprie armi, soprattutto quelle illecite.

A chiudere “Professional Gun” una serie di interventi di squadra tanto imprevedibili quanto inaspettati. I protagonisti della “Segretissimo Foreign Legion” al completo – Mercedes “Nightshade” Contreras, Marc “Agente Nemo” Ange,  Oliver “Banshee” McKeown, Russell “The Sniper” Kane - si schierano al fianco di Chance Renard in una raffica di brevi, folgoranti racconti. La chiave di scrittura e di lettura: il Professionista visto dagli altri, il Professionista in team con altri. Francois Torrent, Jo Lancaster Reno, Jack Morisco e, well, yes, anche lo scrivente – in aggiunta a Ettore Maggi, Fabio Novel e Giovanni Zucca - interpretano a loro modo e con le loro prospettive il protagonista di Stephen Gunn. Il risultato? Un ironico, accattivante sodalizio incrociato di azioni e reazioni, ma sempre intriso di rispettosa simpatia.

Dieci anni di “Il Professionista”. Da Stephen Gunn possiamo aspettarci molte e molte altre avventure di questo suo straordinario soldier of fortune for the Third Millennium. Ben presto, Chance Renard tornerà sulle pagine di Segretissimo. Forse in minimo invecchiato, ma non per questo meno indurito né meno pronto all’azione. Lo scenario de “Il Professionista 24”? Che sia Stephen Gunn stesso a spiegarcelo…

"C'è una città dove nessuno è innocente. Dove tutti trafficano, tutti tradiscono, tutti sono disposti a uccidere per ottenere ciò che vogliono. Una città dove la pioggia è acida e la neve è marcia. La città ha un nome. GANGLAND. E' molto vicina a voi ed è pronta a inghiottirvi. Ma qualcosa sta per cambiare.

Il Professionista è arrivato a GANGLAND..."

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PROFESSIONAL GUN

di Stefano Di Marino

 

Questo “supplemento a Segretissimo” mi regala un particolare piacere e per più di una ragione.

Innanzitutto è forse la prima volta che un numero “speciale” viene dedicato a un autore italiano(di pseudonimi oggi non parliamo, ok?). Secondariamente mi permette di presentare materiale vecchio e nuovo che forse aiuterà a chi non conosce la serie di introdursi in un universo narrativo piuttosto complesso e variegato.

E poi c’è la soddisfazione di accogliere i racconti di amici e colleghi che hanno interpretato il mio personaggio a loro modo e tutti egregiamente.

Il volume si divide in tre parti che vorrei discutere separatamente perché sono nate e sono state concepite in tempi e momenti diversi e solo l’intuizione di capitan Altieri ha permesso di raccogliere.

 

IL LUPARO

È un romanzo breve che, nella sua forma attuale è assolutamente inedito. C’era una volta - molto tempo fa…- un romanzo pubblicato da Metrolibri-Granata press che si chiamava Giungla Mortale e che può ricordare nel suo svolgimento questa storia.

Non è la prima vola che uno scrittore prende un suo vecchio racconto e lo trasforma in un romanzo che poi diventa qualcosa di completamente differente e non solo per il linguaggio che con gli anni si rinnova ma anche per i contenuti che vi si aggiungono.

Con Il Luparo questo è successo due volte.

Nella seconda stesura del romanzo non c’era Chance Renard, Il Professionista. Era una storia classica del noir. Il killer giovane contro il vecchio. Lo sfondo era quello dei tropici una volta tanto anche se gli agganci con la mala corsa, uno dei miei temi  più ricorrenti, era presente. Soprattutto c’era il Marsigliese che di Chance Renard è stato il nemico forse più pittoresco e legato alla tradizione narrativa che ha ispirato l’intera saga.

Il romanzo però era più lungo del racconto iniziale. Tutta la vicenda di Rossini, il killer vecchio, era solo accennata e parte dell’intrigo si vedeva solo  dietro le quinte. Soprattutto volevo che si sentisse quell’Asia che ai tempi della prima stesura avevo visto solo di sfuggita e che oggi conosco molto meglio. Un’Asia affascinante ma anche rutilante, sporca di gas di scarico, satura di vizio, di violenza, multietnica, ambigua. Feroce. Bellissima. La storia acquisiva corpo e vigore, era ancora più nera e, pur mantenendo la storyline iniziale si era arricchita.

È il nero come lo intendo adesso, cupo, violento,  lungi da quei personaggi depressi che pure ne costituiscono un filone. Il nero è un raccoglitore per storie diverse. Per me sono storie di malavita, cruente, con personaggi forti, ossessionati.

A Bangkok come a Milano c’è un destino che li insegue e non li molla più.

Loro fan quello che possono, se la ridono ma sono momenti di allegria forzata come quelli che si passano con una donna di malaffare, con un sigaro acceso e un bicchiere di liquore che brucia budella e cervello.

E allora - qui è intervenuta la terza metamorfosi- perché non inglobarlo nella saga del Professionista facendone una racconto dello stesso Chance?

Una storia di mala corsa sul destino, sulla libertà che non esiste, un aneddoto che Chance racconta al suo amico Russell Kane e che getta qualche ombra sulla figura di  Ivelda e sulla sua reale identità. E poi il cerchio si chiude con il Marsigliese….

È un rito di passaggio tra il Professionista glamour e un po’ Kazzone della prima serie e quello nuovo che si è già iniziato a vedere in L’inferno dei vivi e che scoprirete meglio in Gangland.

 

I RACCONTI

Questa sezione raccoglie un altro romanzo breve, Vendi cara la pelle uscito in coda a un episodio del Celta e forse sfuggito a qualche lettore. È una storia scritta originariamente per uno speciale Pulp di Urania che non vide mai la luce e pubblicato due anni dopo essere stato concepito.

Si tratta di un Professionista DOC, un po’ bondiamo se vogliamo, ma ritmato, efficace ritengo soprattutto nella parte in Nuova Guinea sulla quale avevo appena tradotto un magnifico volume e mi diede ispirazione per le ambientazioni. Rileggendolo non ho potuto non provare un po’ di nostalgia per quell’epoca di storie in cui lo spionaggio era più avventura che oscura disperazione. Ma la serie ha avuto anche questa fase e, ritengo, abbia potuto fornire spunti di emozione anche in questo periodo. Poi c’è la morte di un comprimario molto amato e quindi è un episodio da ricordare.

I tre altri racconti che seguono sono dei fuori serie, tasselli importanti della vita di Chance usciti su siti e riviste ma nuovi per i lettori di Segretissimo.

Ladri di donne appare in una versione appena differente da quella che uscì sulle pagine di M la rivista del Mistero. È una classica avventura breve del Professionista in Asia con un rimando al filone giapponese. Mentre Il Rettile e Rififi a Rue Saint Denis fanno parte di un gruppo di storie, alcune scritte alcune no, che ci presentano il Professionista  tra Francia e Italia, immerso in situazioni meno adrenaliniche ma più riflessive. Una faccia diversa dello stesso personaggio, adatta appunto a racconti brevi che spero vi aiuterà a capire meglio la personalità di Chance.

 

IL PROFESSIONISTA E GLI ALTRI

 

Questa, se mi permettete, è la parte che preferisco. È il segno del successo e della stima raggiunto in anni di appassionato lavoro intorno al personaggio.

Gli scrittori, insieme ai killer professionisti e alle spie, sono esseri solitari ma, ti tanto in tanto, sentono di dover far branco. E, sin dall’introduzione di Sergio, è proprio quello che è successo con questo special dedicato al Professionista. L’idea è di qualche anno fa, quando per il decennale del Professionista, avevo pensato di realizzare un volume autoprodotto pieno di saggi articoli, cronologia, immagini, racconto e quant’altro. 400 e passa pagine…. Richiesi ad amici e colleghi un piccolo contributo con la promessa- mai mantenuta- di far stampare una copia del PROFESSIONISTA COMPIE DIECI ANNI. Purtroppo stampare solo dieci copie in maniera artigianale mi sarebbe venuto a costare una fortuna. Realizzai quindi alcuni calendari del Professionista per il 2005 che furono dati in omaggio agli amici che ne fecero richiesta. Poi Cappi (sempre lui François Torrent, l’uomo che non si ferma mai, altro compagno di avventure) mi propose un numero speciale di M la rivista del mistero in cui questi racconti avrebbero potuto trovare pubblicazione. Il tutto fu accompagnato da una doppia intervista (Di Marino-Gunn e viceversa) e anche quella fu una bella esperienza. Limitata, purtroppo alla diffusione di una rivista che, per quanto meritoria esce in un paese dove si legge poco sul thriller e quindi i magazine hanno una fortuna circoscritta.

Adesso, sempre grazie a Sergio, ho l’occasione di ospitare i lavori degli altri componenti della Legione Straniera di Segretissimo più alcuni amici che mi piacerebbe entrassero a farne parte.

Di fatto Monsone, il racconto di Altieri si ricollega agli avvenimenti raccontati in La vendetta del Marsigliese(2003) e precede di poco la serata in cui Chance racconta la storia del Luparo. È il preludio a Orizzonti d’acciaio, la quarta avventura dello Sniper che aspettiamo con ansia da anni (Giusto perché gli appassionati lo sappiano esiste un racconto di Altieri intitolato Yoshua Tree con protagonista Kane, staccato da questa linea narrativa…trovarlo è la vostra missione.).

Poi c’è Mercy Contrareas, Nightshade di  Cappi –Torrent, un piccolo gioiello che in poche pagine racconta un Segretissimo. Temporalmente si colloca poco prima del racconto Nella città che brucia che appariva su M ed era il prologo dell’avventura Corsa nel fuoco(2005). Un’incursione di Chance in Italia. Non la prima e sicuramente non l’ultima, ve lo assicuro.

Come due colpi di pistola, secchi ma caratterizzanti dei loro autori i racconti di Narciso e Nerozzi mettono Chance a confronto con Banshee e Marc Ange. Una volta in un karaoke bar di Bali- in occasione di una avventura che forse racconteremo- e l’altra sul ring di una palestra di arti marziali. E a guardare Chance e Marc Ange ci sono i loro creatori.

Sullo stesso tema, anzi un passo più in là, si spinge Giovanni Zucca valido scrittore di racconti a “tiro rapido” che qui si sbizzarrisce in una “fantasia” in cui cita Il maratoneta, I ragazzi venuti dal Brasile e un sacco di altri film e romanzi che confermano la sua conoscenza in materia. Ma soprattutto ci siamo noi. Io, Stephen Gunn e Chance. Un gioco assolutamente raffinato e piacevolissimo.

Fabio Novel lo conosco da dieci anni. Innamorato dell’Asia e della bella scrittura, è un autore di valore che spero trovi presto una strada alla pubblicazione in collane importanti. Nel frattempo ha scritto questa struggente storia con Chance e Mimy Oshima ormai sessantenni. Un racconto che mi ha colpito a tal punto da costruirci un episodio del professionista, L’Inferno dei vivi (2006).   Ringrazio ancora Fabio per lo spunto che mi ha esortato a ripescare Mimy dal cestone dei comprimari dove era finita da un po’.

Chiude Ettore Maggi, che crea un’altra storia italiana del Professionista con uno stile suo, adrenalinico e infuocato. Ettore ha delle grandi qualità e spero che presto possa esordire con un romanzo tutto suo.

Diciamo che questa antologia è un buon augurio per tutti.

Mi raccomando… appuntamento per la prossima avventura regolare del Professionista Gangland.

È una storia cui tengo moltissimo e quando la leggerete capirete perché.

Molto, molto immodestamente è il mio Red Harvest.

Ma io non sono Hammett….

Però questa è un’altra faccenda.

Dimenticavo…un istante di romanticismo di quelli che raramente colgono il Professionista.

Questo libro, per quello che rappresenta è dedicato a tutti voi Amici Miei, anche a quelli che mi seguono sulla Rete e quelli che non conosco.

E, alla fine, anche a Svetlana.