Lo Stabile del Giallo, piccolo teatro di Roma praticamente unico nel suo genere, si è ora spostato in Via del Sesto Miglio, dopo 4 anni di chiusura. Chiusa nel 2002 la storica sede di Via Cassia, dopo appelli senza fine cui hanno aderito personaggi del calibro di Ettore Scola, Mario Monicelli o Rita levi Montalcini, finalmente anche l'amministrazione Comunale si è interessata al problema. Trovata la nuova sede, effettuate le ristrutturazioni, rimesso a nuovo il vecchio teatro comunale del XX° Municipio, finalmente il 14 ottobre 2006 lo Stabile del Giallo ha riaperto i suoi battenti con un debutto d'eccezione, Misery non deve morire, di Stephen King.
In cartellone dal 27 gennaio al 4 marzo invece "Nella mia fine è il mio principio" di Agatha Christie.
Un romanzo sicuramente difficile da portare sulle scene, ma una scelta premiante per l'ottimo risultato raggiunto. Tutti parimenti bravi gli attori, un vibrante Nino D’Agata che domina la scena nel ruolo dell’architetto nevrotico Rudolf Santorix, una giovanissima ma interessante Linda Manganelli a tratti quasi elfica e diafana nelle vesti di Ellie, notevolissima Maria D’Incoronato che porta con disinvoltura sulla scena la figura di una madre d’altri tempi, premurosa e severa, dura e inflessibile, ma con un velo di dolcezza sullo sfondo, una madre vera, carica di soffusa nostalgia.
Paola Mignieco rende perfettamente la caratterizzazione di una Claudia Hardcastle a tratti fragile a tratti ambigua mentre Alberto Caneva si cala con convinzione nei panni dell’avvocato Lippincott, perfettamente britannico, imperturbabile, maliardo e affascinante, in un’interpretazione che, a sprazzi, ricorda un Richard Gere di stampo teatrale, se mai ne è esistito uno.
Ma in assoluto, e non ce ne vogliamo gli altri attori, ha brillato per incisività Patrizio Cigliano che ha costruito un Michael Rogers in chiave moderna, tormentato, dolente, scanzonato ed irridente, arrivista e ambizioso, confuso e brutale, passionale e romantico al tempo stesso. Un duro dai piedi d’argilla, un bullo di periferia dei tempi nostri, un giovane accecato dai facili successi, dalle scorciatoie tutte in discesa, che ha ben rappresentato quanto recitava Virgilio, ricordando a tutti noi che “le porte dell’inferno sono aperte giorno e notte, dolce è la discesa e facili le rotte”.
Una menzione speciale infine per Anna Masullo capace di reinventare una Greta Andersen maliarda ed androgina, sensuale e dura, una vera dark lady del palcoscenico che richiama ancora una volta, come per Caneva, paragoni di stampo filmico e cinematografico.
Da non dimenticare poi, come di prammatica, lo spuntino dopo spettacolo a base di lasagne e vino rosso dei castelli, con attori, registi ed attrezzisti che girovagano per il foyer e si mescolano al pubblico, un'occasione gradita per stringere nuove conoscenze, familiarizzare con gli attori e sentirsi veramente di casa in un Teatro che, da sempre, ha saputo occupare un posto davvero speciale nel cuore degli spettatori.
Dopo questa proposta più che convincente, che di fatto ha rappresentato al tempo stesso una sfida e una vittoria, il cartellone della stagione proseguirà con Ucciderò Sherlock Holmes e Gli Insospettabili.
Teatro Stabile del Giallo
Via Al Sesto Miglio, 78
Tel. 06/33262799
Intero: €19, ridotto: €16
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