Lo so. Non c’è nulla di nuovo da dire. Tutto è stato detto, tutto è stato scritto. Su Jane Marple, naturalmente. Ma non avevo voglia di leggere nessun libro e dunque ho pensato di scrivere a braccio su ciò che avevo già letto e visto. Letto sui libri e visto al cinema o alla televisione. Intanto a differenza di Poirot mi è rimasta subito simpatica. All’inizio il piccoletto belga mi stava un po’ sul gozzo con quella sua testa a forma d’uovo, il portamento eretto, baffi rigidi, vestito inappuntabile, scarpe con le ghette, guanti sempre a portata di mano come il bastone che mi immaginavo non lasciasse neppure al gabinetto. Un vero stoccafisso. Ma, soprattutto, per quel suo fare da vanesio altezzoso e quelle sue cellule grigie che più grigie non si può. E poi quell’ordine, quella simmetria. Roba da mettermi il prurito addosso. Solo dopo un po’ di tempo ho cominciato ad apprezzarlo e a sorridere dei suoi tic e delle sue debolezze (con l’attore David Suchet e i suoi passettini corti e veloci è stato un trionfo). Tant’è. Quando uno è duro è duro… si dice dalle mie parti. Con Miss Marple, invece, amore a prima vista. Sarà che il personaggio era pari pari spiccicato a certe vecchine del mio paese Staggia Senese che vedevo ogni giorno intente a ciabattare sulle scale di casa mentre sferruzzavano maglioni a figli o nipoti. E che mi salutavano quando passavo davanti a loro. Altri le consideravano solo brutte pettegole ma a me faceva piacere il loro sorriso e qualche frase riferita al mio continuo sviluppo “Guarda Fabio come cresce!”.
Dunque… ho perso il filo del discorso. Sarà quello che ho detto in precedenza, sarà che rivedevo in Miss Marple una nonna che non avevo mai conosciuta, sarà per altri motivi psicologici più reconditi ma l’impatto è stato subito positivo. Forse, a pensarci meglio, il primo elemento che me la rese nuova e simpatica fu proprio il fatto di essere donna e “vecchia” nello stesso tempo. Due particolari giallisticamente attraenti rispetto ai tanti poliziotti maschi e giovani che già conoscevo.
Dicevo di Miss Marple, una vecchietta di circa settanta anni che si era intrufolata nella sua vita quasi senza accorgersene. Un tipo che aveva visto in casa di sua zia (o nonna che fosse) e che le si era stampata per sempre nel cuore. E sulla penna. Un fatto, però, mi incuriosiva.
Per quanto riguarda la salute è bella tosta anche se ogni tanto si ammala. Mi sembra naturale data la sua età. Si ammala ma mica sta ferma a letto a grattarsi i pollici. Se non si può muovere c’è sempre qualcuno che lo fa in vece sua. Che guarda, osserva e riferisce. Una specie di Archie Goodwin (grande Paolo Ferrari e grande Tino Buazzelli nelle vesti di Nero Wolfe!). In gonnella, naturalmente. Non pretendiamo di più.
Miss Marple è stata oggetto di vasta curiosità da parte del cinema e della televisione. Mi ricordo una splendida interpretazione della Rutherford nei primi anni sessanta che però non era snella, né aveva gli occhi azzurri. Ma ebbe lo stesso un successo strepitoso. Da morire (di piacere) Assassinio al galoppatoio quando si mette perfino a ballare il twist! Fascino del bianco e nero o fascino della passata gioventù? In seguito mi è piaciuta anche l’interpretazione della Geraldine McEwan più attinente al testo ma certo meno, come dire, prorompente e dina
Mi dimenticavo il sorriso. E l’aria innocente e svagata. Miss Marple parla e sorride. Parla, sorride e sembra pensare ad altro. E’ sempre così gentile e carina con quel suo amabile sorriso! Solo che sorridendo vi fa dire quello che vuole. Se avete dei terribili segreti e lei vi ha sorriso state pur certi che, bene o male, è riuscita a carpirveli.
A braccio anche due o tre cosette su Hildegarde Martha Withers nata dalla penna di Stuart Palmer che qualcosa sui piedipiatti già conosceva essendo stato membro dei servizi segreti.
Grazie Jane e grazie Hildegarde! E grazie vecchine pettegole del mio paese!
Sito dell’autore www.libridiscacchi.135.it
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