Il fantasma di una monaca del Settecento che sgozzava le sue vittime non fa paura al commissario Adamsberg, ma tutto il resto sí. Da un momento all'altro sprofonda in un mondo che sembra tornato al Medioevo, dove si straziano i cervi dei boschi normanni, si profanano cadaveri di vergini per estrarne misteriose sostanze, e le pozioni magiche assicurano la vita eterna, a costo di orrendi delitti. Mentre un rivale che arriva dal piú lontano passato, e che parla in versi, gli vuole rubare tutto. Un puzzle inestricabile, fatto apposta per far smarrire la ragione a chiunque. Ma non a uno «spalatore di nuvole», come Adamsberg. Anche se, ancora piú delle altre volte, arrivare alla verità vorrà dire riuscire a strapparsi un pezzo di cuore...
Una scrittura asciutta e tersa come un cristallo; un intreccio diabolicamente perfetto; una Francia esoterica, di oscure, vivissime credenze. Nei boschi eterni è un romanzo dolente e insieme ironico, il piú inquietante e noir di Fred Vargas, in cui ogni elemento ne richiama un altro in una catena di suggestioni e di echi in cui nulla smarrisce mai la propria ragione d'essere.
All'origine del «caso Vargas» in Francia, dove i suoi romanzi raggiungono regolarmente il vertice delle classifiche (e Nei boschi eterni ha superato tutti gli altri per numero di copie vendute), ci sono lo stile ironico e incisivo, la capacità di prendere per mano il lettore fino alla rivelazione finale, e l'accuratezza nei dettagli piú sorprendenti, che le viene dalla passione medievalista e dalla professione di zooarcheologa. Da qui il gusto per la détection, per le impronte, le tracce, le piccole cose senza importanza che permettono di dedurre, per una qualche «associazione di idee», la soluzione di un caso. E c'è naturalmente la simpatia con cui è ritratto il mondo dell'Anticrimine parigina del commissario Jean-Baptiste Adamsberg - uno "spalatore di nuvole", uno che preferisce procedere a zigzag e aspettare le soluzioni, invece di cercarle - e dei comprimari. Cioè il suo vice, il coltissimo, iperrazionalista e pieno di complessi comandante Danglard; la titanica amazzone Violette Retancourt, tenente, capace di «indirizzare l'energia come vuole»; Camille, la molto autonoma compagna della vita, che in questo romanzo vediamo separata di fatto da Adamsberg, ma madre di suo figlio Thomas, di nove mesi, cui il commissario propina indimenticabili suggerimenti educativi…
Fred Vargas, Nei boschi eterni
Einaudi, Stile libero Big, 2007
Traduzione di Margherita Botto
pp. 392
€ 15,80
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