"Marisiglia è il mio destino, come il Mediterraneo", scrive Jean-Claude Izzo, e sembra ci sia poco da aggiungere.

Aglio, menta e basilico. Marsiglia, il noir e il Mediterraneo è un volume gradevole e interessante, un invito alla lettura per chi non conosce l'autore e una chicca gustosa per chi lo conosce già.

Lungi da qui le celebrazioni post mortem e i ricordini funebri.

Il titolo la dice lunga, c'è tutto Izzo. E tutta quella roba, compreso il noir e l'aglio sono legati a doppio filo. Andiamo con ordine.

Aglio, menta e basilico.

Sono i profumi e i sapori del Mediterrano. Il centro della poetica dello scrittore marsigliese. Sì, poetica. Perché evocare sensazioni simili è poesia. Una poesia che non ha bisogno di parafrasi e spiegazioni.

Marsiglia.

Il centro, l'origine dello scrittore e l'esempio pratico di quello che nel pessimismo che trasuda le righe dei suoi romanzi è uno spiraglio di speranza. La "creolità mediterranea". Il meticciato. Un mare al centro della terra.

A leggere così di Marsiglia viene subito voglia di fare i bagagli e di andarla ad assaporare. Ma è molto di più e ce lo dice lo stesso Izzo: "Mi piace credere che Marsiglia, la mia città, non sia una meta in sé. Ma soltanto una porta aperta. Sul mondo, sugli altri. Una porta che rimanga aperta, sempre."

Il noir.

Quello, con queste premesse, nasce da solo: "Il giallo mediterraneo è l'accettazione fatalista del dramma che grava su di noi da quando l'uomo ha ucciso suo fratello su una delle rive di questo mare."

Poi c'è una bella introduzione di Massimo Carlotto, un racconto inedito con protagonista Fabio Montale e molto ancora.

Abbiamo già rivelato abbastanza.