"Io non sono un poliziotto.
Io faccio il poliziotto.
Non che dica questo per far capire che sono meglio o peggio.
Solo che c’è una bella differenza fra ciò che si fa e ciò che si è.
Che poi non sappia bene in cosa consista la differenza è irrilevante…. Mi piace il lavoro che faccio,. Perché, ancora, è uno dei pochi mestieri dove le cose e le persone – quelle vere, fatte di carne, ossa e nervi e sogni – le vedi da vicino e le ascolti, le annusi, le tocchi. Giusto per capirci: per me la notte non è solo il buio. È il freddo, il silenzio, l’umido, l’attesa e un sacco di altre cose ce in televisione non ci sono."
Dal titolo del primo dei cinque racconti che la compongono, Te lo giuro (anche se non è vero) è un’antologia scritta da un poliziotto, Girolamo Lacquaniti, che parla, a sua volta, di poliziotti. E racconta storie in maniera inusuale; “storie con dentro poliziotti e non – più semplicemente e più facilmente – racconti polizieschi, “, per citare Tecla Dozio, la Signora del Giallo, titolare della Libreria del Giallo a Milano.
Storie in cui “l'inferno sono gli occhi che ti trovi davanti.” Oppure in cui la speranza è “che l’anima di quel corpo sia ancora abbastanza vicina da sussurrarmi quello che è successo.”
Da uno spaccato inedito sugli scontri avvenuti durante il G8 di Genova, nel 2001, all’inchiesta sull’omicidio-suicidio di una coppia di anziani dal passato irreprensibile; alle riflessioni di un piantone dall’anima di filosofo a quelle sull’amore e sulla infedeltà di un commissario-don Giovanni; fino ad arrivare alle storie di un commissario di provincia, quando di fronte al dolore vero e all’emarginazione di strada non bastano il manuale, il codice o l’addestramento da scuola di polizia ma entrano in gioco altre variabili.
Vicende che parlano il linguaggio aspro del vissuto, che turba e smarrisce. Senza sbavature o ammiccamenti gratuiti. E lasciano trasparire il coinvolgimento umano dell’autore. Il quale domina ogni racconto con uno stile suo proprio: e la galleria di episodi si arricchisce di sfaccettature e registri peculiari. E di una prosa essenziale, sovente spigolosa ma dai risvolti poetici. In cui non mancano l’umorismo e un tocco anche giocoso. Perché quello del poliziotto “è l’unico mestiere al mondo, oltre ai calciatori, dove vi pagano per giocare. Quelli della Scientifica al piccolo chimico, quelli delle Volanti ai piloti di formula uno, quelli della Squadra Mobile al piccolo investigatore. Tutti con la loro macchina con le luci e la sirena, il cinturone con la pistola e il distintivo come la stella degli sceriffi. I poliziotti sono bambini cresciuti solo di fuori… “
Bambini che giocano, quindi; bambini perché, in fondo,…”anche i poliziotti hanno il loro sogno.. la pistola che non spara”.
Umanissima dichiarazione di solidarietà ma anche di coraggio e rispetto dell’individuo. Un libro bello e intenso; pagine che restituiscono scorci della vita quotidiana e dell’attività degli uomini in divisa e rendono loro giustizia più di un discorso roboante o di una relazione formale.
Girolamo Lacquaniti, classe 1969, originario di Bari, è entrato in Polizia a diciannove anni. Dopo aver diretto le Volanti della Questura e poi la Squadra Mobile di Piacenza, ora è Capo di Gabinetto. Il racconto “Il turno del piantone” è stato premiato al concorso di Polizia “Narratori in divisa”, 2006.
L'antologia Te lo giuro (anche se non è vero) di Lacquaniti è distribuita da AutoCircuito, il primo network italiano di Librerie indipendenti, con uno spazio espositivo dedicato ai libri autoprodotti dagli stessi Autori e selezionali dai Librai. AutoCircuito promuove le Opere prescelte attraverso l’organizzazione di incontri con il pubblico presso le Librerie associate, in tutta Italia e in Canton Ticino, mediante il proprio portale www.autocircuito.it, azioni stampa e iniziative dirette sui lettori.
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