Esce il 5 gennaio 2007, in concomitanza con il nuovo 007, il primo lungometraggio di Alessandro Angelini, L'aria salata, presentato in concorso a "Cinema. Festa Internazionale di Roma". Ex volontario nel carcere di Rebibbia, documentarista con quattro titoli all'attivo, Angelini propone con questo film il tema del reinserimento in società degli ex detenuti.
Fabio (Giorgio Pasotti), trent'anni circa, fa l'educatore all'interno del carcere di Rebibbia. Vive con Emma, sua coetanea, non hanno figli. Molte delle energie di Fabio sono dirette alla vita nel carcere e a quegli allievi ai quali cerca di trasmettere soprattutto fiducia nel futuro. Un giorno in carcere arriva Luigi Sparti (Giorgio Colangeli), un uomo condannato per omicidio. Sparti è un bugiardo, finge di essere epilettico per ottenere la semi-libertà, ma Fabio cerca di coprirlo in tutti i modi perché segretamente ha scoperto che quell'uomo è suo padre, che non aveva più visto da quando lo aveva abbandonato a sei anni. Finché un giorno Fabio scopre che suo padre spaccia hashish in carcere e per giunta arriva a ricattare il figlio per farsi aiutare a uscire. Ostinatamente Fabio cerca ancora di aiutarlo, fino a quando, arrivato ormai ai ferri corti, gli rivela il segreto. Comincia allora un dramma reciproco in cui il padre cerca di conquistare il cuore del ragazzo raccontandogli le sofferenze vissute per la mancanza della famiglia. Intanto Sparti, grazie anche all'aiuto di Fabio, ottiene la libertà condizionata.
La storia narrata nel film scaturisce direttamente dall'esperienza di Angelini come volontario nel carcere di Rebibbia, dove ha avuto modo di conoscere da vicino storie e uomini. "Ho conosciuto molte persone, diverse per storia e atteggiamento, ma accomunate dallo stato d'animo che si crea alla chiusura dell'ultimo cancello, quando, a luci spente, prima di prendere sonno, di notte si resta soli con i propri pensieri" - ha affermato il regista - "Con i rimorsi e il dolore, con il pensiero verso i famigliari che 'stanno fuori' e che, a modo loro, scontano anch'essi la condanna".
Alessandro Angelini, che ha all'attivo quattro documentari e molta esperienza come aiuto regista, è al suo primo lungometraggio. Ha vinto il Torino Film Festival nel 2000 con il documentario Ragazzi del Ghana e ha ottenuto la menzione speciale dell'UNICEF al RIFF awards del 2003 con La flor mas linda de mi querer.
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