Dal 1980, il Giallo Mondadori indice un concorso per romanzi gialli inediti. Al vincitore, un contratto di pubblicazione in collana.

L’ambito premio in questione è titolato alla memoria di Alberto Tedeschi, direttore editoriale del Giallo Mondadori dal 1955 al 1979, anno della sua scomparsa.

In coda all’intervista, riportiamo una lista di tutti i vincitori del concorso.

Quest’anno, il Premio Tedeschi è stato assegnato a Metal Detector, di Stefano Pigozzi. Il romanzo è in edicola a partire dal 7 dicembre.

Puntuali con gli appuntamenti importanti, abbiamo intervistato l’autore.

Caro Stefano, benvenuto nelle nostre pagine web.

Innanzitutto, complimenti per il Premio Tedeschi, che tra qualche giorno ritirerai ufficialmente al Noir in Festival, in quel di Courmayeur. Emozionato?

Emozionato? Sicuramente eccitato e, come spesso accade dopo l’eccitazione, anche leggermente depresso: ora che ho vinto il Tedeschi, il mitico Tedeschi, quale altro obiettivo posso pormi? Scherzo, naturalmente.

Metal Detector: l’autore è talvolta il miglior promotore della propria opera: dunque, riassumi tu la trama. Ma soprattutto, evidenziane lo spirito che permea il romanzo, che lo rende vivo.

Lo spirito, innanzitutto: il desiderio di mostrare personaggi che perseguono in modo brutale i propri scopi, che non si ritraggono davanti all’inganno, alla violenza anche più brutale ma, alla fine, rimangono vittime, senza nemmeno esserne consapevoli, di quel “virus” insospettabile che definiamo coscienza.

Anna Ascari è interessata alla difesa di Zoya, prostituta diciassettenne, per ottenere un incarico di prestigio.

Anna è una donna dura, con una vita sentimentale disgregata; l’assassinio di Zoya la risucchia in un gorgo vischioso e la ricerca di verità sulla sua morte non sarà più solamente “… un altro scalpo da presentare alle anime belle dell’associazione..”, ma frutto di un desiderio di giustizia insospettabile per lei. Forse anche per calmare il fantasma che la perseguita da diversi anni…

Luca Ferri è un ispettore della questura di Bologna; è da anni sul libro paga della famiglia Rosselli, la proprietaria occulta del Metal Detector, il locale più “in” di Bologna.

Luca si avvicina ad Anna per “ tenerla d’occhio”, per evitare che la verità sull’assassinio di Zoya possa far detonare l’esplosiva situazione nella quale lui è coinvolto e complice.

Rapporti conflittuali; alleanze che mutano. Il doppiogioco come attestazione dell’unica verità possibile: il proprio interesse.

Sino alla scontro finale, il quale non sarà un “happy end”, questo posso anticiparlo.

Ogni romanzo che sia… “naturale” nella sua genesi, nasce da una scintilla catalizzatrice, che mette in moto l’autore. Poi viene la trama, l’applicazione del metodo, del “mestiere”.

Qual è stata la scintilla di Metal Detector?

Ho accennato prima ai personaggi che rimangono vittime di quel “virus” insospettabile che definiamo coscienza.

Ecco, in fondo è questo il punto. Un viaggio nei “nostri luoghi oscuri”, senza risparmiare nulla, senza nascondere nulla di quello che puoi scovare in questi luoghi ma con la presenza di quella fiammella che, accesa sullo fondo, delinea ancor più nettamente i contorni delle ombre.

I personaggi femminili. Per uno scrittore che voglia proporsi in modo adeguato al grande pubblico, è doveroso sforzarsi di calarsi nei panni dell’altro sesso in modo credibili, lasciando da parte stereotipi preconfezionati. In Metal Detector, il ruolo di primi protagonisti è perfettamente condiviso da Luca Ferri e Anna Ascari. Inoltre, sono varie le comprimarie. Immedesimarti in queste donne ti è stato facile, o meno? Mi sembra d’aver visto un impegno forte in tal senso.

L‘anima femminile è tra le meraviglie più inquietanti.

Le donne sono le più crude portatrici, a volte portatrici “insane”, della dualità della nostra natura.

Sono in grado di donarti il mondo con un sorriso; ma anche di sgozzarti, sempre con lo stesso sorriso.

La loro natura, a differenza di quanto si crede, è più diretta di quella dell’uomo: l’uomo media, cerca compromessi. La donna, al contrario, ama ed odia con una congenita brutale sincerità.

Puoi dire che il loro cuore ha solo due colori: il bianco ed il nero. Ma nonostante questo, anzi forse proprio per questo, sono così seducenti!

Ma è meglio avvicinarti loro con prudenza, come ben sanno gli uomini saggi (razza, quest’ultima, che non esiste e non esisterà mai!).

Luca Ferri e Anna Ascari, dicevamo… Individui in bilico, anche se in fondo più “positivi” che “negativi”, almeno contestualizzandoli alle dinamiche descritte. Anna, con il suo fantasma. La sua ambizione, le sue passioni, le sue certezze, e le sue confusioni… Luca Ferri, poliziotto corrotto. Ma anche, per citare uno dei personaggi del romanzo, “più poliziotto di quello che pensa”! In ogni caso, in Metal Detector, nessuna concessione al manicheismo.

Non perdiamo di vista che stiamo parlando un “racconto”, che possiede un proprio “linguaggio” e come tale ha regole immanenti

Metal Detector (almeno nelle intenzioni!) nasce come un noir dove esplodono conflittualità ed opposizioni. I personaggi devono quindi possedere un carattere articolato per rendere accettabile la “logica” della narrazione.

Non è detto che sia una scelta necessaria per ogni tipo di racconto. Per fare un esempio del contrario, James Bond risulta essere un personaggio spesso monocromatico, ma perfettamente funzionale alla superba macchina narrativa di Fleming che risulta codificata ed in parte, convenzionale.

E perdonami se ho citato un mostro come il mitico Ian Fleming!

Bologna. La Bologna del Gruppo 13, giallisti d’eccezione. Bologna protagonista di Sarti Antonio, creatura di Loriano Macchiavelli. Della Uno bianca rivista da Maurizio Matrone.Bologna dove si muove la Giorgia Cantini di Grazia Verasani. Ora la Bologna di Stefano Pigozzi. Per limitarci solo ad alcuni esempi.

Bologna “la rossa”, Bologna la… noir.

Quanto conta Bologna in Metal Detector?

Domanda importante… ma credo che la risposta sarà parzialmente elusiva. Bologna non è così importante nel romanzo; è solo un luogo geografico, consapevolmente spoglio.

Non ci sono gli interminabili portici di Bologna; non ci sono i profumi dei ristoranti, delle osterie; non c’è nessun richiamo specifico all’anima della città.

Intenzionalmente.

E dall’altra parte, mentre rispondo, mi rendo conto che il romanzo non avrebbe potuto trovare cornice più adatta di Bologna, città che esita tra la provincia e la metropoli calcuttiana.

E poi, andiamo, io sono di Modena! Come puoi pretendere che un modenese ti parli di Bologna!

C’è chi, in passato, per sostenere metaforicamente che la science fiction non è un genere ambientabile nella nostra penisola, affermò che “un disco volante non può atterrare a Lucca”.

Un discutibile atteggiamento di preclusione di cui, fino a non molti anni fa, soffrivano anche altri generi, quando firmati da Italiani. Persino il giallo, nelle sue varie sfumature.

Per fortuna, negli ultimi anni, il giallo nostrano è poi riuscito ad affermarsi.

Non ti sembra però che ci sia ancora una certa ritrosia editoriale nel dare spazi a noir “veramente” duri, con protagonisti se non propri negativi, certamente non stinchi di santi o modelli da seguire? Romanzi in cui le immagini patinate di alcuni sceneggiati TV vengono brutalmente sostituite da una fiction ben più cruda, ruvida, violenta, a tratti esasperata, se vogliamo, ma nella direzione della schiettezza.

Insomma, lasciateci scoprire i bubboni del belpaese anche con la narrativa di genere, evasiva.

Metal Detector va in questa direzione. E’ un bene che il Premio Tedeschi premi questi obbiettivi.

Sono fuori strada? Concordi? Altri commenti a riguardo?

Concordo, ma con una precisazione importante.

La denuncia delle storture di un paese, di una comunità, di una particolare momento storico e politico devono essere veicolate sottotraccia, e mai imposte.

Credo che l’onestà di chi scrive debba essere così espressa, rivolgendosi al Lettore: “ Ti voglio raccontare una storia. Non posso fare a meno di farti partecipe di un mio punto di vista personale… ma accettalo nel prezzo di copertina e fa di queste miei idee ciò che vuoi. Il mio desiderio è averti intrattenuto piacevolmente, null’altro”.

Quanto al genere noir, credo stia imponendosi come una delle prospettive più interessanti e vitali. Il mercato seguirà, ne sono certo.

Il tuo stile di scrittura, da quello che ho letto, pare perfettamente in linea con i contenuti…

Ti rispondo con un nome: James Ellroy. Sono pazzo per questo scrittore.

Se qualcuno dovesse dire “Ma tu ti se ispirato allo spirito ed allo stile di James Ellroy!”, sarebbe per me il più apprezzato dei complimenti.

Prosa asciutta. Descrizioni limitate a poche pennellate: questo è lo stile che prediligo (e non è detto che riesca sempre come desidero, purtroppo!)

A Courmayeur ci sarà anche il Premio Scerbanenco. Sicuramente tra i romanzi candidati c’è più d’uno che ritieni meritevole. Qualche simpatia in più per…?

Camilla e il Grande Fratello di Giuseppe Pederiali

La domanda precedente non è stata architettata per metterti in imbarazzo verso l’uno o l’altro degli autori che si sono meritati la candidatura allo Scerbanenco. Semplicemente, preludeva al quesito successivo, che poi è uno scontato must delle interviste, soprattutto quelle agli esordienti: i tuoi autori preferiti? In generale, e specificatamente nell’ambito del noir e del thriller. Internazionali e Italiani.

Aspetta, vediamo se indovini l’autore prediletto?

James Ellroy? Risposta esatta!

Dopo il primo posto in assoluto la lista sarebbe piuttosto lunga. Apprezzo Spillane ( Hammer è un bastardo intrigante!). Tra i contemporanei: Pelecanos e Deaver.

Gli Italiani… Scerbanenco rimane il numero uno (e sai che scoperta!).

E poi Lucarelli, bravissimo; Macchiavelli; Genna. E Faletti: grande nei primi due romanzi, non ho avuto ancora il piacere di leggere il terzo.

Una citazione infine per Altieri (inizi un romanzo della serie Sniper e finisci con litigare con la famiglia che ti ha dato per disperso!)

Ma, citati o no, credo che ognuno degli scrittori italiani che hanno imposto al mercato e ai lettori un genere che sta diventando sempre più “popolare”, il giallo/noir, meriti rispetto e ammirazione.

Un sacco di morti, in Metal Detector… Ma non saranno certo le ultime vittime della verve narrativa di Stefano Pigozzi. Suvvia, un po’ di confidenze! Cos’ha in cantiere per confermare la gratificante partenza di questo premio Tedeschi? Un nuovo romanzo, ci auspichiamo.

Ammetto di non essere riuscito a staccarmi da alcuni dei personaggi di Metal Detector ( quelli sopravissuti, almeno); così li ho rimessi sulla strada, dando loro dei leggeri colpetti, per vedere in quali altri guai saranno in grado di cacciarsi. Trattandosi di “bad guys”, i guai non tarderanno.

OK, Stefano. Per questa volta è tutto. Beninteso… è un arrivederci!; )

Grazie a te, Fabio, e a tutti coloro che hanno avuto la bontà di seguirci.

Arrivederci!

I vincitori del Premio Tedeschi:

· 2006 – Stefano Pigozzi – Metal Detector

· 2005 - Massimo Pietroselli - Il palazzo del diavolo

· 2004 - Vittorio Paganini - Il sequestro

· 2003 - Lorenzo Arruga - Suite algérienne

· 2002 - Massimo Carloni, Antonio Perria - Il caso Degortes

· 2001 - Gianfranco Nerozzi - Cuori perduti

· 2000 - Giulio Leoni - I delitti della Medusa

· 1999 - Annamaria Fassio - Tesi di laurea

· 1998 - Giancarlo Narciso - Singapore Sling

· 1997 - Nello Rossati - La valle delle baccanti

· 1996 - Linda Di Martino - L'incidente di via Metastasio

· 1995 - Vincenzo De Falco, Diana Lama - Rossi come lei

· 1994 - Lucio Dell'Angelo, Aldo Sorlini - Il libro di Baruc

· 1993 - Carlo Lucarelli - Indagine non autorizzata

· 1992 - Mario Coloretti - Dietro la luce

· 1991 - Anna Maria Fontebasso - Complesso di colpa

· 1990 - Danila Comastri Montanari - Mors tua

· 1989 - Gianni Materazzo - Delitti imperfetti

· 1988 - Giorgio Bert - Una morte inutile

· 1987 - Domizia Drinna - Troppo bella per vivere

· 1986 - Nino Filastò - La tana dell'oste

· 1985 - Claudia Salvatori - Più tardi, da Amelia

· 1984 - Maria Alberta Scuderi - Assassinio al Garibaldi

· 1983 - Franca Clama - La valle delle croci spezzate

· 1982 - Enzo Ferrea - Quando muore Mammina

· 1981 - Massimiliano Sossella - Nessuno conosce nessuno

· 1980 - Loriano Macchiavelli - Sarti Antonio: un diavolo per capello