Un libro che non è un romanzo, ma che si legge come tale. Un libro che non si può classificare, non è una commedia, ma fa ridere come se lo fosse, non è un giallo/thriller nonostante misteri e complotti siano presenti in ogni pagina. Forse si potrebbe definire un libro di denuncia… ma denuncia di cosa, di quello che poi in fondo tutti sapevano?
Ma forse Pronto, chi spia? non è un libro, forse è un ritratto. Il ritratto di un paese, un istantanea reale e impietosa di situazioni e comportamenti che se non fossero squallidi sarebbero solo tristi.
Uscito da pochi mesi per la Aliberti edizioni e scritto da Agente Italiano (che si era già fatto apprezzare per Il Broglio – romanzo di fantapolitica sull’onda delle recenti elezioni politiche), Pronto… è un istant book nato dagli scandali delle intercettazioni telefoniche, che hanno rallegrato la primavera e l’estate degli italiani. L’autore, poiché tanti hanno sentito parlare di queste fantomatiche intercettazioni ma pochi sanno veramente di cosa si tratti o cosa si dica in esse, compie in questo caso un'opera meritoria riportandone ampi stralci e contestualizzandole con puntuali interventi, in cui spiega chi parla e a cosa si stanno riferendo, lasciando poi al lettore la possibilità di trarre le proprie conclusioni. E così si ha la possibilità di leggere le conversazioni di Stefano Ricucci, di Elisabetta Gregoraci, di Vittorio Emanuele, di Luciano Moggi, di Salvatore Sottile e tanti altri. E sebbene il turpiloquio sia la prima cosa che salta agli occhi (tranne qualche rara eccezione tutti i personaggi delle intercettazioni si sono esibiti in un campionario invidiabile di insulti e parolacce), la cosa che più sconvolge, ferisce e rattrista è la sensazione di tranquilla impunità che traspare dalle parole di tutti. Il libro fa ridere e sorridere, ma alla fine lascia un fortissimo senso di amaro in bocca e fa cadere tante illusioni a chi crede ancora in certi valori nonostante il rischio di poter sembrare retorici.
Questo è un libro, che fra una velina e una partita di calcio, dovrebbe essere fatto leggere a tutti, in modo che tutti possano trarre le proprie opinioni dopo aver saputo come stanno le cose.
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