La rubrica L’altro noir si propone di informare criticamente il lettore italiano su quelle produzione nazionali poliziesche e affini che molto spesso vengono trascurate dai grandi organi di informazione, tutti centrati sui volumi provenienti da Stati Uniti, Gran Bretagna e, in misura minore, Francia.
Eppure in questi ultimi anni le librerie italiane sono state letteralmente invase da gialli svedesi e norvegesi, spagnoli e tedeschi, cinesi e vietnamiti, canadesi e latino-americani: ma molti di essi, se l’autore non è già affermato a livello internazionale (un Paco Ignacio Taibo II, per fare un esempio), vengono lasciati languire nel dimenticatoio.
Il nostro proposito sarà dunque di esplorare questa ricca prateria offrendo al lettore le coordinate per inquadrare autore e opera senza sottrarci allo spiacevole compito di giudicare (niente stelle o pallini, ma voti come a scuola) il valore complessivo dei volumi che, di volta in volta, cadranno sotto la lente.
È chiaro che non vi è in questa operazione alcuna pretesa di oggettività, ma l’ambizione, questa sì, di suscitare un dibattito sul “noir” che prescinda dai soliti nomi.
In questa rubrica non saranno presi in considerazione autori italiani: il fenomeno nel nostro paese è talmente impetuoso e ricco di sfumature da meritare un posto a sé.
Buona lettura a tutti.
Massimo Carloni
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