La seconda regola: aspettare che la cliente faccia il primo passo.
E deve essere un passo netto e inequivocabile. Non dico che te lo devono prendere in mano, che è successo ma sono casi rari, ma certe clienti, pur di farti e smorzare la voglia che le sta rodendo sotto, te lo dicono sparato sul muso, senza vergogna. Ecco, a quel punto puoi accettare di fornicare, ma prima di pucciare il biscotto devi mettere tutto in chiaro: sconti non ne faccio, il lavoro è una cosa, scopare un'altra.
Se accetta, ti puoi divertire senza rischiare.
Tutto questo per dirti…? Ah già, il biondo 901.
Si chiama Letvania, viene da Russia, ventioto ani, vive Italia uno ano, vive di Viaregio, bela Italia, belo italiani, lei no sposata, lei singola.
Riflesso condizionato da italiano medio.
Dici siciliani e pensi mafiosi.
Dici genovesi e pensi tirchi.
Dici giovane russa e allora lei puttana che lavora strada. Anzi no, lavora night perché lei figa, vera figa russa.
Comunque tieni a mente la storia delle regole, perché anche se Letvania è tutto quello e molto di più, la prima regola è la prima regola.
Proprio come nel Fight Club.
Il primo incontro è andato bene, ho sfoderato un taglio a caschetto sfilato ideale per i suoi lineamenti, nessun trattamento specifico ai capelli sanissimi e per niente sfibrati, segno che il lavoro che faceva non la stressava per un cazzo. Sembrava molto contenta. Poi ha salutato incespicando deliziosamente su un ciao che sembrava un miao, ed ha portato via il suo biondo 901 con una grazia da infarto.
Letvania veniva in salone con una frequenza di due volte a settimana, preferibilmente il martedì e il venerdì. E' palese che fossi io a servirla.
C'era un certo brusio tra le ragazze e le clienti, sia quando entrava che quando usciva, e ce n'erano tutti i motivi. Che sono aumentati quando Letvania ha cominciato a fissarmi in maniera troppo insistente con quegli occhi freddi e caldi allo stesso tempo. Quegli occhioni mi trasmettevano qualcosa di più della carnalità, qualcosa tipo dolcezza e malinconia, solitudine anche.
Il pensiero di lei lontana dalla sua terra, sola, che balla nuda attaccata ad un palo da lap dance dentro uno squallido night, mi ha angustiato i parecchi smanettamenti che mi sono inflitto a casa.
Godevo e un po’ mi veniva da piangere.
Dove mangi quando finire lavoro.
L'ha detto mentre mi pagava, davanti alla cassa, il quinto venerdì.
Due tranci di pizza scotta che ho fatto durare un'eternità.
Letvania ha raccontato di Russia e di povertà che ha lasciato, di fratello che lavora in Italia da tanti anni, di mamma e papa e due fratelli in Russia, che familia importante, che sentire mancanza e telefonare tutti giorni.
Bocca perfetta. Denti bianchi. Sorriso da bambina.
Pensavo quanto potesse costare quel sorriso.
Della sua vita strettamente privata non ha detto niente, non voleva dirmi niente. Ha solo detto con orgoglio che io balerina, io danza di Bolscioi, ed ha allungato una gamba e ha fatto una punta naturale, mostrandomi certi muscoletti che hanno aumentato rischiosamente la mia salivazione.
Il resto della giornata: io al lavoro, in testa lei che frulla la morte del cigno in volteggi aggraziati, nuda.
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