“Prima alza le mani e fatti riconoscere.”
“Altrimenti cosa fai brutto finocchio?”
“Se metti fuori la testa senza dirmi chiaro e forte chi sei sarò costretto ad aprire il fuoco.”
Pacata e amara spietatezza.
Vi basta?
Queste sono le parole che mi sono venute subito in mente pensando alla figura del caporale. Il protagonista di questa storia.
Angelo Marenzana è uno scrittore che sa dare voce ai suoi personaggi. A lui interessano le storie. E ne sa raccontare di spietate, commoventi, amare, sul baratro di un cambiamento che dovrà avvenire, lo si sa, prima o poi dovrà avvenire.
Cambierà, non so dirti come e quando ma vedrai che camberà diceva il buon vecchio Tenco.
E Angelo veglia sulle vite di questi suoi figli dispersi, di questi suoi protagonisti di un nulla che è la vita che ci trascina via... cercando di non far rumore con le sue ali. Osserva i suoi vicini, ne ascolta le vicende, prende appunti e poi, ogni tanto, è nella sua natura d'altronde... si stacca una piuma dalle sue ali e comincia a scrivere...
Questo è il prologo di un romanzo. Da maggio 2006 ne abbiamo pubblicato la storia in 16 capitoli. Uno il lunedì e uno il giovedì, fino alla fine di giugno 2006. Ha avuto i suoi circa 750 accessi, non so se siano pochi o molti per un esperimento del genere. Ora il romanzo di Angelo lascia internet per provare la strada cartacea. Il richiamo della carta per uno scrittore è sempre forte.
Noi non vediamo l'ora di saperlo tra gli scaffali di tutte le librerie.
Che altro?
Il suo romanzo lo si comincia a leggere con interesse e ci si ritrova a lasciarsi cullare dal ritmo blues del narratore... fino alla fine, quando la puntina del giradischi gratterà sullo spazio vuoto del vinile.
Mauro Smocovich
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