Fedele al suo ritmo lavorativo che non concede tregua, ecco Scoop, ennesimo lavoro di Woody Allen, il secondo girato a Londra. Al centro stavolta i delitti di un serial killer sui quali indaga, un’aspirante giornalista (Scarlett Johansonn) che durante uno spettacolo di magia riceve la visita di un giornalista defunto che nonostante la scomoda posizione in cui si trova avendo ricevuta l’imbeccata giusta proprio nell’Aldilà e vista l’impossibilità di procedere per conto suo, appalta, diciamo così, il lavoro a lei.
Vista l’infatuazione di Allen per la Johansonn, il buon Woody nei panni di un mago illusionista molto bravo con le carte, accetta volentieri di farle da spalla.
Il plot, che a stare alle interviste pare sia dipeso dalla passione giovanile di Allen per la cronaca nera, è di quelli leggeri parecchio. Non mancano svariati omaggi a Hitchcock (The Lodger in primis seppure in un’ottica rovesciata, ma anche Notorius, con l’incursione nella stanza segreta durante il ricevimento), e all’amato Bergman de Il settimo sigillo (la Morte che di quando in quando fa capolino…).
La cosa migliore del film è il giornalista che fa la spola dall’Aldilà all’al di qua, anche se la sensazione e che la trovata non sia sfruttata fino in fondo.
Per il resto è il solito Allen: parlata a mitraglia, meno amarezza del solito (tutta concentrata in unica battuta "I figli? Prima ti prendi cura di loro, li cresci, li educhi, poi, una volta diventati grandi ti accusano di avere l'Alzheimer").
Insomma, il solito Allen di questi ultimi anni…
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