Terre e acque della Lombardia e dell'Emilia, con labirinti di follia e solitudine. Sono i temi dell'antologia Il Pesce siluro e altri racconti barbari, che propone i romanzi brevi di Raffaele Crovi, Racconti barbari, e di Valerio Varesi, La pesca.
Racconti barbari di Raffaele Crovi è una raccolta di sei misteri: piccoli esercizi thrilling composti in omaggio allo scrittore piemontese Beppe Fenoglio e allo scrittore siciliano Elio Vittorini. “Barbaro” intende esprimere più che la violenza e la crudeltà, la “selvatichezza”, il senso doloroso dell’”estraneità”.
Brevi storie in cui la regola della casualità garantisce il delitto perfetto. Oppure è meglio non fidarsi degli altri, perché chiedere aiuto significa mettersi alla mercé di estranei. Oppure un nome (come Vito) è sinonimo di “nato con la camicia”. O ancora l’amicizia, come l’attrazione amorosa, è balzana. Nasce da contatti imprevisti, guidati dallo sguardo, dal tono della voce, dall’odore della pelle, da una scrollata di spalle, da un sì che suona no o da un no che riverbera un sì. Oppure ancora dalla paura del buio, delle ombre, del nero: una inquietudine che terrorizza, perché regala piacere.
Storie di solitudine e disadattamento, narrate con una prosa essenziale, ieratica: le parole sono strappi improvvisi, come una smagliatura di luce, contro una parete, per cui il respiro diviene incalzante e la frase scorre nel sangue, fino a raggrumarlo per la conclusione, sovente, discontinua e tagliente. Perché l’amicizia è fragile. Qualcuno obietta che non sia necessaria, perché immateriale. E lo scrittore, il vero scrittore, non può essere amico del lettore: perché, se così fosse, non riuscirebbe a turbarlo e scuoterlo nel profondo.
Raffaele Crovi (1934) vive tra Milano e Reggio Emilia. Laureato in legge, ha svolto la professione di produttore editoriale e televisivo. Poeta, narratore e saggista, è autore di numerosi romanzi., tra cui hanno particolare rilievo quelli della trilogia reggiana: La valle dei cavalieri (Premio Supercampiello 1993), Appennino (2003), e Cameo (2006).
Atmosfera sospesa e prosa cadenzata che rallenta e incespica, sovente, nel ritmo di un guizzo poetico. La pesca di Valerio Varesi è una storia densa: sfrigola nell’immaginazione e sfuma le certezze del quotidiano. Il dono di una scrittura scarna e costellata da pennellate pregnanti conferisce alla vicenda un equilibrio pacato, che aiuta a prenderne le distanze. E la colloca a mezzo fra la realtà tangibile e quella sfuocata, visionaria del sogno (o dell’incubo).
Quello del fiume è un mondo di miopi.. E quando la nebbia sparisce, è il sole a uccidere le prospettive racchiudendo tutto in un bozzolo d’afa. Proprio per questo nessuno sa mai che cosa succede al di là degli argini.
Eppure, a Sacca, sull’argine del Po, da un po’ di tempo, il via vai è insolito: macchine che scavalcano l’argine, scendono in golena e vanno a morire in mezzo ai pioppeti. Come se cercassero qualcosa o attendessero qualcuno. O occultassero oggetti, come il fagotto steso su un fianco con le gambe e le braccia girate di lato, abbandonato come un cane addormentato. Un fagotto dal nome ungherese di Puskas, lo stesso del calciatore.
Le parole ci sono per il Po, le barche, la stagione e i campi. Per le cose di fuori, insomma. Per quelle di dentro, c’è solo il silenzio... Perché nel Po comanda la corrente e nella nebbia della golena l’arbitrio degli uomini. Nella Bassa è la nebbia a decidere che cosa si vede e che cosa si nasconde. … in un posto di nebbia, di certezze ce ne sono poche e quasi nulla si può dimostrare. Allora è solo questione di crederci.
Lo stupore, alla fine, per gli ignari abitanti della Bassa, è scoprire l’assuefazione verso le ruberie, alla fine allineate alla normalità; e il non aver visto l’evidente o il non averlo voluto vedere... “Ci tocca morire arrabbiati… “ esclama qualcuno, con sdegno. Come nella nebbia, ci si può trovare di tutto: è solo questione di crederci.
Valerio Varesi, torinese, classe 1959, è giornalista di «Repubblica». Dopo l’ esordio come scrittore di romanzi noir nel 1998, si è imposto all’attenzione del pubblico con il personaggio del commissario Soneri, portato sugli schermi televisivi da Luca Barbareschi nella parte del protagonista.
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