Il Carbonaio non è un mostro,
il Carbonaio è solo un posto.
Fa paura la sua voce,
stringi subito la Croce.
Quando il buio si fa blu,
non gli puoi sfuggire più.
Notte fonda. I coniugi Bandini, partiti da Bologna, lasciano l’autostrada a Faenza e si inoltrano nell’Appennino. E poi, che cosa succede?
Una notte con mascelle per ingoiare, così affamata che dopo che ti avrà divorato non risputerà nemmeno gli ossicini. Il passato che contamina il presente. L’immagine di Sara, la figlioletta di 6 mesi, che dorme nella culla. E l’ombra del Carbonaio: l’uomo nero che vive oltre la superficie degli specchi. E che fa parte della notte e arriva poco prima dell’alba, per risucchiare la luce dagli occhi e rubare il respiro…
… Noi siamo impantanati per natura. Impantanati dentro…. E questo è l’odore della paura.
E l’orologio che si arresta alle 5,50. Il momento in cui termina la notte. L'ora blu. Imprigionati all’interno di un sogno, un sogno cattivo, in cui il tempo si è fermato. In quella particolare ora poco prima del sorgere del sole, quel nastro di tenebra poco più scuro di tutto il resto della notte…. L’ora prediletta dal nostro caro amico dei sogni più scuri: il Carbonaio. E alla stessa ora Sara era morta, nel sonno. Quel misterioso attimo di tempo in cui gli omicidi accadono più frequentemente, i cecchini riescono a colpire meglio il bersaglio: quasi si mettessero in gioco forze tenebrose.
Siamo dentro a un sogno, un sogno cattivo. E dentro a questo cazzo di sogno il tempo si è fermato, ecco tutto. E siamo rimasti imprigionati all’interno di quella particolare ora poco prima del sorgere del sole…. L’ora prediletta dal nostro caro amico dei sogni più scuri: il Carbonaio. E adesso ci ritroviamo qua, con i cuori andati a male pericolosamente vicino al punto di rottura e con un tasso di angoscia troppo alto nel sangue, a viaggiare all’interno di noi stessi con gli orologi che si fanno i cazzi loro…
Nove anni più tardi.
In fondo, si sta bene nel blu buio, no? È morbido, ti tiene stretto, non c’è da avere paura…
Non è il buio che è blu. È il blu che è buio.
In un paesino sull’Appennino tosco-emiliano, un pediatra uccide a fucilate la madre e la cognata. Del nipote, Marco, di otto anni nessuna traccia. Sul luogo del delitto, tutti gli specchi sono rotti e gli orologi fermi alle 5,50: l'ora blu. Quando non è più notte e non è ancora giorno…
Ed è buio: perché non si scorge un nesso tra questo gesto di follia e la singolare coincidenza di disturbi del sonno che colpiscono Marco stesso e alcuni suoi compagni di scuola. Con un precedente comune: un fratellino o una sorellina morti in culla. Marco, infatti, è il fratello di Sara. E non è solo: qualcuno gli parla. Una voce, più voci. E nel buio sta bene, non c’è da avere paura…
Atmosfere da incubo. Attese sospese, presaghe di catastrofi. E nel contempo liriche: perché l’aria sembra morta stecchita, la luna dispare, balbettando fra banchi scuri di nuvole e il cielo, quando è limpido, pare un bicchiere per il sole.. Una allucinazione che inala l’altrui energia vitale attraverso i pori della pelle. I racconti di Gianfranco Nerozzi (Alla fine della notte) e di Andrea Cotti (Il posto buio) formano i capitoli di una storia coinvolgente, sconvolgente e unitaria, scritta a 4 mani, con una fortissima sensibilità evocativa. L'ora blu è un libro per cui vale la pena respirare in fretta. E che lascia anche spazio a una garbata ironia perché si è mai visto un carabiniere chiamare la polizia?
Gianfranco Nerozzi e Andrea Cotti sono membri della Associazione Scrittori di Bologna.
Cintura nera di karate ed ex batterista di un gruppo rock, Nerozzi ha vinto con Cuori perduti (Giallo Mondadori, 2002) il premio Tedeschi. I suoi ultimi romanzi, Genia e Resurrectum, sono pubblicati presso Flaccovio. Con Genia ha vinto il premio Le ali della fantasia 2006.
Poeta e autore per ragazzi, Andrea Cotti scrive sceneggiature per il cinema e la televisione, e tiene corsi di scrittura creativa e sceneggiatura. Come scrittore noir, ha pubblicato Un gioco da ragazze (Coloradonoir, 2005). Gioca nell’Osvaldo Soriano Football Club come portiere, con la maglia numero 12
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