La paura è rossa o nera? È fatta di rosso sangue che schizza, corpi smembrati e budella sparpagliate, o del nero della notte che tutto avvolge e confonde, rendendo la realtà buia, impenetrabile e ingovernabile? È assordante o silenziosa? Ha bisogno del suono agghiacciante delle seghe elettriche, o preferisce il silenzio, i sussurri appena percettibili che solleticano i sensi strappando irrefrenabili brividi?
Domande forse oziose ma sempre di qualche interesse, per chi con la paura ama giocare e trastullarsi, sperando in tal modo di esorcizzare gli orrori veri, quelli che la carta e la celluloide non bastano a contenere. L’occasione è data dalla quarta edizione del Nightmare Film Fest, che si è appena conclusa a Ravenna, dopo una settimana di proiezioni perfettamente rispondenti alla promessa contenuta nel sottotitolo della rassegna: The Dark Side of Cinema.
Sugli schermi del Nightmare Film Fest sono passati film come lo scozzese Wild Country, che parte come un realistico dramma sociale e si trasforma in un incubo di lupi mannari, o come Headspace, sorprendente esordio di un giovane filmaker americano, Andrew Van Den Houten, che mette in scena un’intrigante storia di famiglie devastate dalla follia e fratelli condannati a rimanere separati per evitare che le forze del male si scatenino, fra drammatiche partite a scacchi, allucinanti incubi e macabre apparizioni. Fino a un finale sospeso che non scioglie l’enigma ma rilancia invece la tensione. Altrettanto macabro ed enigmatico il plot di The Woods, firmato da Lucky McKee, storia classicissima (e sicuramente memore della lezione dell’argentiano Suspiria) di un collegio femminile abitato da streghe e circondato da boschi inquietanti e famelici, in paziente attesa delle giovani vittime offerte in sacrificio. Con il redivivo Bruce Campbell e la sempre ineffabile Patricia Clarkson. E c’è spazio anche per lo splatter duro e puro rappresentato da film come l’americano The Roost di Ti West, omaggio ad alto tasso di emoglobina e ironia ai b-movie e alle vecchie trasmissioni tv del terrore, e il kolossal europeo Minotaur, diretto dall’inglese Jonathan English.
Forbidden Chapter, pellicola decisamente al di fuori dei generi, firmata dall’iraniano Fariborz Kamkari ma prodotta dall’italiana Fabrizia Falzetti.
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