L’ultimo numero della prima serie dei Classici del fumetto di Repubblica, il sessantesimo, propone due avventure del celebre investigatore Dick Tracy.
Il protagonista delle due storie, che è ormai un’icona del fumetto mondiale, ha la mascella quadrata, lo sguardo da duro e il naso molto pronunciato.
È il poliziotto più celebre della storia della letteratura disegnata, protagonista delle strisce di Chester Gould a partire dal 1931 da cui sono stati tratti innumerevoli adattamenti radiofonici, serie a cartoni animati, telefilm e film (l’ultimo, quello di e con Warren Beatty del 1990).
Come è prerogativa dei grandi eroi classici del fumetto americano, il poliziotto dalla mascella quadrata agisce ispirato da granitiche, incrollabili certezze nei confronti della giustizia.
Nel mondo creato da Chester Gould infatti, da una parte c’è l’America buona, dall’altra quella dei malviventi, dei gangster, degli uomini che non rispettano le regole del vivere civile.
E Dick Tracy sa che il suo compito è quello di liberare i primi dai secondi.
Perché nel mondo ideale del personaggio i cattivi nascono qua e là per una sorta di deviazione genetica.
Non ci sono cause sociali, non c’è alcuna connivenza da parte del potere, niente di tutto questo.
I cattivi sono dei diversi (basta guardare quanto sono brutti) e come tali vanno combattuti.
Insomma, alla base delle storie di Dick Tracy c’è un mondo di favola, in cui il cattivo alla fine deve scomparire, per merito del protagonista o anche solo per giusta fatalità.
Le storie presenti nel volume sono due celebri avventure del ‘44 che vedono il poliziotto alle prese con altrettanto celebri cattivi: il primo è Flattop, ovvero Testa Piatta, il secondo è The Brow, ovvero la Ruga.
Le storie sono presentate nell’edizione integrale e, nel caso di Flattop, con le tavole a colori, esattamente come apparivano in quegli anni negli inserti domenicali dei quotidiani americani.
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