Tornano i fratelli Corsaro, già protagonisti di Ultimo appello, romanzo d'esordio del palermitano Salvo Toscano; un giornalista e un avvocato che sembrerebbero la scissione schizoide dell'autore (prima o poi glielo chiederemo di persona) che, appunto, è laureato in giurisprudenza e di mestriere fa il giornalista.
Questa volta la rogna è bella grossa. Muoiono un parrino, che per i non palermitani è un prete, e un'anziana signora che era assistita da una ragazza polacca che sparisce nel nulla.
Le premesse sono quelle di un giallo che più classico non si può, le aspettative anche (i morti aumentano e il caso verrà risolto). La banalità potrebbe essere alla porta, pronta a suonare il campanello. Ma Salvo Toscano ha staccato la corrente e quella, la banalità, preme il bottone senza esito. Ergo, il romanzo non è scontato, anzi.
Per chi ha letto il romanzo precedente, noterà che ne L'enigma Barabba, aumenta lo spessore dei personaggi e che la scrittura s'è fatta più sicura e ironica (frequenti le bordate a un "certo romanzo" che parla pure quello di parrini, strane teorie su Cristo e mistero).
Questi fratelli Corsaro puzzano di trilogia, come minimo.
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