Maxime Chattam, nonostante questo nome “americano”, è francese e in poco tempo è diventato un autore di culto, che ora conferma le proprie doti con il romanzo approdato in questi giorni sugli scaffali delle librerie dal titolo Il veleno del ragno.
I titoli dei due volumi precedenti sono L’anima del male (Sonzogno 2004) che ha vinto il Prix Sang d’Encre 2002 come miglior giallo dell’anno. A questo volume ha fatto seguito In tenebris (Sonzogno 2005) - vedi notizie/1702.
In occasione dell’uscita di questo volume l’autore è stato a Milano e noi l’abbiamo intervistato (vedi rubriche/1821).
L’autore è nato nel 1976 a Herblay, da ragazzo ha vissuto negli Stati Uniti e nel 1987 era a Portland città dove poi si svolgerà il suo primo romanzo. Scoperto cha la sua passione era scrivere, per mantenersi ha lavorato presso una libreria parigina ed ha approfondito i suoi studi di psichiatria criminale, tecnica di indagine poliziesca scientifica e medicina legale.
Protagonista della trilogia è Joshua Brolin, un investigatore che sa immedesimarsi nell’assassino, spesso un serial-killer, per capirne il movente e possibilmente anticiparne le mosse.
Nel descrivere le avventure del protagonista l’autore inserisce tutti gli ingredienti del thriller giocandoli con assoluta maestria, la tensione non lascia tregua con descrizioni di scene sature di orrore.
L’autore dichiara che i tre romanzi sono stati scritti volutamente con uno svolgimento in tre differenti stagioni: L’anima del male si svolge in autunno, un romanzo veramente melanconico, cronaca di una nostalgia annunciata. In tenebris accade durante l’inverno, vi incontriamo un nuovo Brolin, un fantasma tra i viventi, e le emozioni sono a mezz’asta, è prima di tutto la storia di una stasi. Il veleno del ragno si svolge alla fine della primavera (il finale ha luogo proprio il 21 giugno) è una nuova speranza, il cammino verso il sole.
Chattam ha scritto, e pubblicato sotto pseudonimo, anche un romanzo fantastico dal titolo Il 5° regno che purtroppo non è stato ancora pubblicato in Italia. Altri due suoi romanzi, recenti, non ancora tradotti sono:
Le Sang du Temps - 2005, 374 p.
Les Arcanes du Chaos - 2006, 458 p
Il primo cadavere giace su una lastra d’acciaio nell’obitorio di Portland, Oregon. Il corpo presenta un forellino nell’incavo del braccio destro, forse il segno di un’iniezione, ma nel corso dell’autopsia cominciano a emergere particolari inquietanti. Finché l’anatomopatologa non dirige la luce della torcia sotto una delle palpebre del morto, e il sangue le si ghiaccia nelle vene...
Non vedeva altro che un abisso mostruoso, un buco nero... Non sapeva che se avesse abbassato lo sguardo ciò che avrebbe visto l’avrebbe fatta diventare pazza...
Il secondo cadavere viene ritrovato in una radura della National Forest da una guardia forestale che alla vista del corpo, nonostante la canicola estiva, non può fare a meno di battere i denti: il viso della vittima è contorto in una smorfia di puro terrore, come se l’uomo fosse stato fulminato dalla paura...
Urlava. La bocca era talmente aperta e contratta che le labbra erano ridotte a due sottili striscie bianche e diverse vene sporgevano dal volto come enormi vermi sottocutanei....
L’autopsia — alla quale assiste Joshua Brolin, ex ispettore di polizia cui ha chiesto aiuto un parente della vittima — mette in evidenza un rigonfiamento anormale, probabilmente la reazione a una puntura d’insetto, e l’esame tossicologico rivela una presenza di veleno di ragno in dosi talmente massicce da non poter provenire da nessuna specie presente in natura... Nel procedere delle indagini Brolin si ritrova accanto un’alleata preziosa: Annabel O’Connell, investigatrice del 78° Distretto di New York con cui ha già collaborato e che nel frattempo lo ha raggiunto nel “tranquillo” Oregon. E proprio a loro due che arriva la telefonata anonima che segnala dove trovare il terzo cadavere. Il corpo di una donna è appeso tra i rami di un albero e come mummificato, avvolto in quello che sembra un gigantesco bozzolo di tela di ragno. Sul suo viso, la stessa smorfia di sovrumano terrore...
Era racchiusa in un sarcofago di seta immacolata. Il viso della donna era spaventoso. Urlava.
E ancora una volta è l’autopsia a rivelare i dettagli più macabri: il corpo è stato completamente eviscerato, gli organi aspirati via... Che legame può esserci tra queste morti inspiegabili e la strana epidemia di morsi di ragno, spesso letali, diffusasi nel frattempo in tutta Portland? E cosa pensare delle donne scomparse di notte dalle loro abitazioni — che non recano segni di effrazione —‘ strappate dai letti in cui giacevano accanto ai mariti? Allenato a entrare nelle menti dei criminali e assuefatto a guardare nell’abisso del Male, Brolin intuisce che tutto questo fa parte di un preciso gioco rituale e che l’assassino persegue uno schema mentale perfettamente coerente. Ma chi è il mostro che si firma col nome di Aracne e le cui impronte sono quelle di persone scomparse?
Un individuo certo fuori del normale... L’ex profiler dell’FBI e la detective newyorkese entrano nella tela del ragno e affrontano l’impensabile: un killer di nuova generazione...Una scrittura precisa come un bisturi, un ritmo incalzante e vertiginoso, due protagonisti intriganti, uno stile degno dei grandi del thriller: Maxime Chattam conferma il suo talento in questo romanzo che trasuda terrore pagina dopo pagina, e conclude magistralmente, con echi à
la Stephen King, la sua esplorazione sul Male e le nostre paure più profonde.
Il veleno del ragno di Maxime Chattam (Maléfices, 2004, Traduzione Giovanni Zucca, Sonzogno Editore, collana I Romanzi sonzogno, pag. 516, euro 19,00) - ISBN 88-454-1345-4
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