Trovarsi quasi unico maschietto in un consesso di donne è certamente un’esperienza piacevole, ma se tra le suddette ci sono autrici, giornaliste, esperte di crimine la cosa può diventare improvvisamente inquietante e uno si domanda se è un ospite o un potenziale bersaglio.
A ristabilire il senso della realtà ci pensa la cortesia del comitato organizzativo e la competenza di alcune delle presentatrici tra le quali Lia Volpatti, mia ex collega mondadoriana e, a mio avviso, una delle maggiori esperte di letteratura thriller italiane. Sì perché questa terza edizione del Women’s Fiction Festival di Matera era dedicata preminentemente al delitto e coglieva l’occasione della ricorrenza della morte di Agatha Christie per dedicare gli incontri, suggestivamente ambientati nella cornice dei Sassi, al crimine in tutte le sue declinazioni al femminile. La manifestazione, tra l’altro sponsorizzata da Harlequin Mondadori ma anche da altri gruppi editoriali come il prestigioso Penguin Books, Random House, Frassinelli, Sperling, Sellerio, Einaudi, Garzanti, Hobby &Work e altri, proponeva interessanti e inediti incontri con scrittori ma anche con agenti ed editor per tutte coloro che magari hanno già scritto ma non hanno ancora un editore, oppure vorrebbero cambiarlo o magari cercano un agente. Vi assicuro che, non fosse altro che per questo, è valsa la pena spostarsi sino a Matera per avere accesso al mondo editoriale che, abitualmente, rimane piuttosto inavvicinabile da chi non è già professionista.
Ma il festival ha pensato anche di fornire mezzi per diventarlo davvero professioniste della scrittura, in una serie di incontri con esperti americani (dell’FBI nientemeno) che hanno spiegato alle aspiranti autrici tutti i trucchi della medicina forense, dei metodi dei veri CSI, insomma fornendo a chi ha una storia ma non sa come affrontare certi argomenti "tecnici" il materiale utile preconfezionare un romanzo che non solo sia ben scritto ma sia impeccabile sotto il profilo del realismo.
E poi premi, dibattiti che sono stati anticipati da una relazione di Lia Volpatti che - come se ce ne fosse bisogno? - ci ricorda che il mistero è donna. Considerando che la maggior parte dei lettori sono donne è valsa la pena anche per scrittori-consulenti maschilisti come me di dare un’occhiata.
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