Qualche tempo fa Claudio G. Fava - capostruttura di Raidue per 13 anni tra il 1981 e il 1994 e, in quel periodo, responsabile dell’importazione o meno in Italia di una miriade di telefilm - mi raccontò che fu lui a importare il commissario Navarro, pur sapendo - disse - “che i prodotti TV francesi in genere non piacciono al pubblico italiano”. Per la stessa ragione, decise di lasciare a Raitre il Maigret con Bruno Cremer, “che solo ora, dopo molti anni, comincia a interessare gli italiani”. Quelle affermazioni mi fecero riflettere, come anche l’osservazione che “Raidue aveva bisogno di successi rapidi, che quasi sempre riuscimmo a ottenere con prodotti americani ma ahimé non con prodotti francesi”.

A conferma delle sue asserzioni, Fava faceva notare che il Maigret di Cremer “solo ora, dopo molti anni, comincia ad interessare gli italiani”, mentre per esempio Hunter e Beautiful (tanto per citare due titoli da lui scelti) esplosero fin dalla prima settimana.

Feci osservare a Fava che, forse, se Maigret ha avuto recentemente successo è perché Retequattro, a differenza di Raitre, lo ha passato in prima serata. E che, forse, Navarro non è mai riuscito a imporsi in Italia perché Raidue non ha insistito abbastanza sulla sua programmazione. Del resto anche il teutonico Derrick all’inizio fu un miserabile flop, ma a furia di repliche in preserale ha finito per far affezionare molti italiani.

Invece le avventure del francese commissario Cordier, proposte sempre da Retequattro in prima serata, hanno saputo catturare l’attenzione di molti telespettatori.

Ma forse è semplicistico ridurre tutto a una questione di orari e di repliche...

E allora per quale ragione i telefilm francesi non piacerebbero agli italiani? A questa domanda, anche Fava non sa dare risposta.

A partire da questo articolo, ripercorreremo insieme le tappe fondamentali del telefilm poliziesco francese.

Magari al termine della nostra visione d’insieme sarà emerso qualche elemento che ci permetterà di avanzare un’ipotesi sull’argomento.

 

Come d’abitudine, cominciamo dall’inizio.

E su dove si debba collocare l’inizio, quando si parla di telefilm polizieschi in Francia, non è possibile equivocare.

La prima grande serie poliziesca della televisione francese è senza dubbio Les Cinq dernières minutes, storica trasmissione creata e diretta da Claude Loursais.

Nel curriculum di Loursais si distinguono studi superiori in filosofia e un inizio di carriera come giornalista televisivo e documentarista.

Entrambi questi aspetti giocheranno un ruolo fondamentale nel definire lo spirito della serie.

Il primo episodio (La clé de l’énigme) andò in onda il 1 gennaio 1958 sugli schermi dell’emittente ORTF (che sarebbe in seguito diventata Antenne 2 e quindi France 2), e fin da subito la serie riscosse uno straordinario successo di pubblico e di critica.

 

Les Cinq dernières minutes (ossia “gli ultimi cinque minuti”) seguì inizialmente la stessa formula seguita in italia da Giallo Club con i primi casi del tenente Sheridan (che avrebbe debuttato un anno dopo): si assiste a un telefilm che descrive un crimine; l’arrivo dell’ispettore Bourrel (Raymond Souplex) che compie le indagini, raccoglie gli indizi e interroga i testimoni fino a quando ha in pugno la soluzione del caso (“Bon Dieu, mais c’est bien sûr!”).

A questo punto l’episodio si interrompe, esattamente cinque minuti prima della fine, e gli ospiti in studio - così come i telespettatori a casa - sono invitati ad utilizzare gli indizi raccolti per capire da soli chi è il colpevole e come è stato possibile incastrarlo.

A differenza di quanto accadeva in Giallo Club, in questo caso non è il presentatore in studio, ma lo stesso ispettore che “esce” magicamente dalla finzione narrativa per raggiungere i concorrenti, rispondere alle loro domande e consentire loro di rivedere tre scene - a loro scelta - che avrebbero potuto aiutarli a fare il punto della situazione e a scoprire del colpevole.

Ma qui arriva il bello: poiché la trasmissione era interamente girata in diretta, le scene tre scelte dai concorrenti non potevano essere replicate, pensì recitate nuovamente!

Un bel lavoro per gli attori che dovevano correre da una parte all’altra dello studio per raggiungere i vari set, ed essere in grado di ripetere esattamente le scene richieste.

Non deve perciò stupire il fatto che gli episodi venissero trasmessi al ritmo di circa uno ogni due mesi.

 

A partire dal sesto episodio fu introdotto l’uso di alcune sequenze preregistrate da alternare alle parti in diretta, ma ciò facilitò solo in parte il compito degli attori: nel corso del diciottesimo episodio (del 1960), la trasmissione dovette essere interrotta perché un’attrice non aveva fatto in tempo di cambiarsi d’abito tra una scena e l’altra!

Dopo i primi episodi, fu abolita la partecipazione degli ospiti in studio. A cinque minuti dalla fine, l’ispettore Bourrel si limitava a rivolgersi ai telespettatori facendo il punto della situazione e chiedendo loro se avessero intuito anch’essi la soluzione.

Dal 1972 cominciò a essere trasmessa a colori.

Ma proprio quell’anno, a metà delle riprese del cinquantaseiesimo episodio, Raymond Souplex morì, segnando la fine dell’era dell’ispettore Bourrel e del suo assistente, l’ispettore Dupuy (Jean Daurand).

Per la cronaca, le indagini di quell’episodio furono concluse dal personaggio del giudice istruttore, interpretato da Jacques Bouvier.

Nel 1974, anche per le continue pressioni dell’emittente, Claude Loursais decise di dare un seguito alla serie, ma senza far rivivere il personaggio dell’ispettore Bourrel, ormai indissolubilmente legato al volto di Souplex.

Nei successivi quattro episodi, si avvicendarono tre diversi protagonisti: dapprima il commissario Le Carré (Christian Barbier) e il suo assistente, l’ispettore Ménardeau (Marc Eyraud); poi il solo Ménardeau; e infine l’ispettore Ménardeau affiancato dall’ispettore Lindet (Henri Lambert).

Ma il compito della successione era molto difficile, e il pubblico era troppo affezionato al personaggio di Bourrel. La serie venne nuovamente interrotta. Ma Loursais non si arrese, e la sua costanza ha premiato.

A partire dal giugno 1975, il ruolo di protagonista venne affidato a Jacques Debary, nei panni dell’ispettore Cabrol, al quale ben presto si affiancò nuovamente l’ispettore Ménardeau che trovò la finalmente la sua "collocazione" definitiva come assistente di Cabrol.

La nuova coppia funzionò, e permise alla serie di sopravvivere per altri quindici anni, rendendola la trasmissione più longeva della televisione francese, prima di subire ancora una volta un rifacimento del cast che, a partire dal 1993, portò al ruolo di protagonista il commissario Massard (Pierre Santini).

 

Ma lo stile narrativo della serie apparteneva ormai a tempi passati per sempre, e i tentativi di trasformare la serie per metterla più “al passo” con i tempi non fecero che accrescere nei telespettatori la sensazione che la serie non era più quella a cui erano affezionati una volta.

Tutti sapevano che era arrivato il momento di mettere la parola fine a quella che era stata una delle esperienze più lunghe e fortunate della televisione francese. E così venne fatto, nel 1996, dopo 155 episodi realizzati nell’arco di 38 anni.

 

Un po’ come Dragnet negli Stati Uniti, Les Cinq dernières minutes non era scevra di pretese documentaristiche e didascaliche.

Nonostante l’impianto narrativo estremamente ripetitivo, soprattutto inizialmente (un morto assassinato, tre sospetti, tre colpi di scena...), le sceneggiature non erano mai "avulse" dalla realtà sociale.

Al contrario, erano ben inserite nel corpo sociale e ciascuna vicenda si trasformava in occasione per mettere in luce un particolare problema o una particolare tendenza della società contemporanea.

E poiché la serie ha abbracciato quasi quarant’anni di storia francese, essa resta una testimonianza fedele e sincera di una lunga porzione di divenire storico, riflettendone i cambiamenti e gli umori.

 

In Francia, molti episodi della serie classica e di quella moderna sono stati commercializzati in VHS, e recentemente anche in DVD.

Fortunatamente oggi le tecnologie a nostra disposizione ci consentono con molta più facilità l’accesso alle opere multimediali.

Per molti appassionati di telefilm è ormai prassi scaricare (in modo illegale) gli episodi delle loro serie preferite in anteprima esclusiva.

Adesso però vi propongo, in modo legale, di fare un bel giro sul sito dellI’INA (Institut National de l'Audiovisuel) dove potrete tornare in "retrospettiva esclusiva" nel 1958 e visionare gratuitamente il primo episodio di Les Cinq dernières minutes!

Seguite il link cliccando qui.

E buona visione!

http://it.geocities.com/stefanovendrame/