Poche persone, al di fuori del medico legale, avrebbero potuto affermare con sicurezza che quella poltiglia carnosa un tempo era stato un essere umano. Per l’intera giornata la zona fu transennata e i giornalisti tenuti alla larga. La polizia mortuaria raccolse con un badile i poveri resti di Bruno Bazzani. Paolino fu portato via con un’autoambulanza. Il seguente esame autoptico, eseguito sul materiale rinvenuto nel pozzo, confermò ogni sospetto. Sezioni di carne rosicchiata, ossa mostranti tracce di raschiamento prodotto da denti umani, non lasciavano dubbi: Paolino si era cibato di Bruno.
Nulla va sprecato, gli avevano detto le formiche…
Luca Zanetti, detto Zanna, pagò la birra e si sedette al video-poker. Inserì dieci euro nella macchina e riprese a giocare. Di colpo una mano gli si posò sulla spalla.
– Paolino? Non ci posso credere ! Sei tornato in paese? – esclamò Zanna.
– Ho avuto una buona offerta di lavoro e così ho deciso di tornare a casa. Sai, mi sono mancati questi luoghi… – gli rispose Paolino, sorridendo.
– Quando gli altri lo sapranno non vorranno credermi! – continuò Zanna, dimenticandosi della partita al video-poker. – Posso offrirti una birra?
– No, ti ringrazio. Sono venuto a dirti che stasera ti aspetto a casa mia per festeggiare i vecchi tempi. Gli altri due li ho già sentiti al cellulare e mi hanno detto che vengono con piacere. Tu che fai?
Zanna non riusciva a spiegarselo, ma gli occhi dell’amico brillavano di una luce fredda.
Dopo il fatto non si erano più visti. La famiglia di Paolino aveva dovuto lasciare il paese, perché certe cose in provincia ti distruggono la vita. Ma Zanna pensò: – Glielo dobbiamo, cavolo. Quel ragazzo ha vissuto un incubo terribile, e forse è stata anche un po’ colpa nostra.
– Certo, vecchio mio! –rispose. – Questa rimpatriata farà bene a tutti quanti! Dimmi a che ora ci vediamo?
– Alle nove qui al bar. Aspettiamo Gaspare e Pezza, poi andiamo tutti da me… così ci guardiamo la partita dell’Italia sulla mia nuova televisione, che ne dici?
– Fantastico! – esclamò Zanna, osservando l’amico che se ne usciva dal bar con un bel sorriso sulle labbra. Era felice Luca Zanetti, felice di vedere che il bambino che si era mangiato Bruno il matto era tornato a nuova vita.
Nessuno degli avventori fu in grado di udire le parole sibilate da quel ragazzo, fermo sulla soglia del locale. Un tipo dal colorito pallido, intento a fissare il Zanna immerso di nuovo nella sua diavoleria mangia soldi.
Le formiche hanno l’acido… i miei amici no! Le formiche hanno fame, aspettano e io sono amico delle formiche… Io sono formica e nulla va sprecato!
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