Dopo aver esplorato l'inedito connubio fra poesia dantesca e thriller ottocentesco nel precedente best seller Il circolo Dante, Matthew Pearl torna con questa sua seconda opera a tematiche simili. L'ombra di Edgar è infatti un'inchiesta, articolata in forma di romanzo, sui misteriosi ultimi giorni nella vita terrena di Edgar A. Poe.
L'inventore del genere giallo e del primo investigatore (Monsieur Dupin) morì a Baltimora, ad appena quarant'anni, il 7 ottobre 1849. Molti misteri circondavano la sua dipartita: pare che fosse sotto l'effetto dell'alcol, che indossasse abiti non suoi, e che nel deliquio continuasse a ripetere il nome "Reynolds!". Fu anche sepolto in tutta fretta, alla presenza di un pugno di persone, e dimenticato altrettanto celermente. Ce n'è abbastanza per spalancare la porta a congetture e teorie cospirative: del resto è quanto gli appassionati dell'autore de Il corvo fanno da più di un secolo e mezzo.
Pearl ci mette del suo e fa svolgere le indagini da un giovane avvocato di Baltimora, Quentin Clark, che nutre per Poe una vera e propria ossessione. Tralasciando sempre di più il proprio lavoro, la sua dolce promessa sposa e il suo stile di vita piccolo borghese, Clark inizierà a raccogliere un numero sempre più cospicuo di elementi. A un certo punto farà anche un viaggio a Parigi per reclutare Auguste Duponte, ossia l'analista criminale che potrebbe aver fatto da modello al personaggio di Dupin. Quando però sulla scena si affaccerà il barone Dupin, un secondo criminologo francese che contende a Duponte il privilegio di essere l'ispiratore per il personaggio di Poe, le indagini subiranno un'impennata e diverrano una sfida personale, anzi, una corsa contro il tempo. Clark metterà a repentaglio la propria stessa esistenza e scoperchierà una complessa ragnatela di intrighi, che si espande tra le due sponde dell'Atlantico e diventerà via via sempre più pericolosa.
L'ombra di Edgar è un romanzo costruito in modo decisamente stratificato. Al suo interno convivono infatti un'inchiesta giornalistica e un feuilletton, un giallo e un romanzo storico. Queste parti non sono sempre amalgamate in modo perfettamente omogeneo: in particolare, sembra che - almeno nei primi capitoli - Pearl non abbia ben chiaro quale debba essere l'andamento di un romanzo di investigazione. Il protagonista, Quentin Clark, appare talvolta privo di un reale scopo, e non si capisce bene da cosa siano rappresentate le sue "indagini" al di là del reclutamento di Duponte alla sua causa. Poi però dopo le fatiche iniziali il romanzo decolla, acquisisce ritmo, anche se siamo più dalle parti di una prosa ricercata e letteraria che da quelle del thriller d'azione al fulmicotone. Nel finale tutti i fili della storia - sia quelli fittizi, sia soprattutto quelli reali - si annoderanno in una trama convincente; e del resto Pearl non brilla come scrittore di gialli, ma come storico ed esperto di letteratura. L'autore ricostruisce alla perfezione l'ambiente storico e umano della Baltimora di metà Ottocento, cosa che gli permette di indagare con molta attenzione dietro al mistero sulla scomparsa di Poe; a supporto delle sue tesi accompagna inoltre un incredibile apparato di ricerche, che gli fa aggiungere indizi completamente sconosciuti fino a questo momento, frutto di un monumentale lavoro di documentazione.
Il giudizio complessivo sull'opera deve dunque tenere conto di queste differenze. Come thriller, L'ombra di Edgar funziona solo a metà. Come ricostruzione storica, invece, il libro è quanto di più avanzato vi possa essere al momento per svelare, con un'ipotesi assai convincente e ottimamente supportata dai fatti, cosa sia accaduto a Poe nei suoi ultimi giorni di vita. Consigliato dunque soprattutto agli amanti del grande scrittore scomparso prematuramente, con l'avvertenza di avere un po' di pazienza prima che la storia diventi davvero avvincente: l'attesa verrà ripagata.
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