Di fronte al quadro mi accarezza. Mi sussurra parole dolci, di conforto. In mezzo a tutte quelle persone mi sento meglio. Ha ragione Giorgio. Il vernissage è tutto sommato meglio che una serata passata in questura a sperare di essere creduta. Giorgio è molto carino. Lui qui ha molti amici. E’ un appassionato d’arte. Quasi un collezionista. Si scusa se mi lascia sola un minuto. Non c’è problema. Guardo le opere ripensando a tutto quello che mi è accaduto nelle ultime ore. Perché quei due vorrebbero farmi del male? E quella donna? Esagero. Sì.
Un uomo sui trentacinque, elegante, dall’aria simpatica, si avvicina. Mi guarda con desiderio, lo sento. Vuole farmi la corte. Sto al gioco. Ho bisogno di distrarmi.
“Le piace la mostra?”
Esordisce un po’ banalmente, e allora gli lancio una battutina di spirito del tipo che sono i mostri che non mi piacciono, di solito… Ride. Ha un bel sorriso. Mi offre da bere, mi parla di artisti e di libri. Lo ascolto, ma cerco Giorgio con lo sguardo, allungando il collo. E’ là che parla con i suoi amici, fa niente, mi godo le lusinghe del corteggiatore, Giovanni, ecco, mi sembra di aver capito che si chiami Giovanni Gorgio.
Mi scuso con l’aspirante cavaliere, ma devo andare in bagno, spiego che ho bisogno di sistemarmi un attimo. Lui insiste per accompagnarmi, ma solo se si comporta da galantuomo, aggiungo io, sono una donna sposata. E anche felicemente.
“Non si preoccupi… sono qui per proteggerla. Sa, con tutti questi mostri in circolazione…” Simpatico, ma gli faccio capire che nel bagno delle signore non può entrare nemmeno un mostro.
Apro. L’antibagno di maioliche bianche e nere è vuoto. Una voce che conosco. Da dentro i box. Sembra che stia telefonando. Dice cose del tipo, no Giorgio… lei non lo sa…, devi credermi, sì, adesso, sì, come avevamo deciso…ma non farlo, ti prego… lei è una mia amica… mi viene da sorridere. Una storia di amanti, di sesso. Piagnucola. Scatta la serratura. Esce, magari la conosco. Davanti allo specchio mi sistemo i capelli e mi ripasso il rossetto. Adesso la vedo. Anche lei mi ha riconosciuta. Carla!?
Ho una fitta al cuore. Giorgio?
“Oh, Daniela, giuro, non…”
Carla? Devo essere dentro un incubo. La mia migliore amica non può avermi fatto questo. Era lei a casa mia! E’ l’amante di mio marito! E chissà da quanto!
“Davvero, Daniela, ascoltami… Lui… volevo dirtelo ma non potevo…lui è …è …”
Vorrei ucciderla, la mia migliore amica, vorrei strangolarla e infilarle la testa nel cesso e strapparle tutti i peli della… e… la vedo sbiancare, terrorizzata, come se io fossi un mostro, il mostro. Per incanto, da un altro box, balzano fuori due uomini. I due uomini della macchina verde. Mi puntano le pistole. No, non può essere, non può essere vero. E’ lei la troia! E’ lei! La porta di ingresso si apre, entra un altro uomo. Carla strilla. Noooo!
BUTTA GIÙ QUEL COLTELLO! POM POM.
Saette che rimbalzano nel mio cervello, specchi che vanno in frantumi. Gente che urla polizia, che nessuno si muova, io che cado a terra, casino, voci, delle braccia mi stringono, mi sorreggono la testa, è la voce di quel tale, come si chiama?, che dice signora tutto bene? Siamo arrivati appena in tempo. Vuole un’ambulanza? Presto voi, non state lì impalati, chiamate il 118!
“Caspita dottor Gorgio, ha fatto secco il maniaco.”
“Eh, se aspettavo voi! Questa poveretta sarebbe morta come le altre!”
Poveretta chi?, le altre? ma non sono morta io? Non è l’inferno, questo? Di chi è tutto questo sangue che ho sul mio bel vestito? E Carla?
“Allora, Gargiulo, come sta la nostra dottoressa Minghetti?”
“E’ svenuta capo, ma niente di grave.”
“Bene, meno male. Daniela, mi sente? La sua amica è molto coraggiosa, lo sa? Se non fosse stato per lei non saremmo riusciti a ca…”
Rido, come un’isterica. E pensare che avevo creduto… insomma che Carla e Giorgio… ma, invece, al telefono aveva detto Gorgio, e io avevo capito Giorgio, che stupida, per una i, una stupida i, i, come inferno, eh!, non avevo capito, quella maledetta vocale…
“Su, Daniela, stia tranquilla è tutto finito, adesso, c’è la polizia…”
Sì, tutto finito, sì, la polizia, oh, Carla, cara, per una I, io… ma, dov’è sarà Giorgio? Urlo. Dov’è mio marito?
“E’ morto, Daniela.”
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