"Mickey Spillane. NonsoloHammer"
Le più profonde paure dell'America post-bellica sono state raccolte e magnificamente elaborate dal più violento scrittore che il noir abbia conosciuto in tutto il trentennio '50-'80: stiamo parlando, ovviamente, di Frankie Morrison, per tutti Mickey Spillane.
L'America dei mitici Fifties "sta entrando in una fase di espansione economica e non ha bisogno che i suoi ritrovati valori borghesi vengano scossi". Il detective Hammer si farà garante di quest'ordine: "[...] ucciderà i diversi e scoperà come un folle per assicurare alla patria un fallodemocratismo inattaccabile" [1].
La serie conta almeno una manciata di capolavori: dall' esordio I, the Jury (Ti ucciderò, 1947) a Vengeance Is Mine (La vendetta è mia, 1950), e poi The Gun Is Quick (Una ragazza e una pistola, 1950), The Big Kill (Il colpo gobbo, 1951), One Lonely Night... (Tragica notte, 1951), sino agli ultimi The Killing Man (L'uomo che uccide, 1989) e Black Alley (inedito da noi, 1996).
Spillane fidelizza il suo pubblico, riempiendo le storie di collegamenti interni: così, in The Girls Hunter (Cacciatori di donne, 1962), ritroviamo, all'inizio della storia, l'investigatore ubriaco fradicio, in mezzo ai rifiuti e con le ossa rotte, roso dai sensi di colpa per la dipartita dell'amata segretaria. L'uomo vaga da 7 anni in quello stato (ne erano passati esattamente 10 dall'ultimo Hammer, Kiss Me Deadly, (Un bacio mortale, 1952).
Su tutto domina un anticomunismo viscerale, che sfiora il razzismo più grezzo e pedestre, anche per l'epoca della grande paura atomica ("Morte e distruzione erano le sole cose di cui erano capaci quelli del Cremlino [...]. Non sanno cosa realmente sia la violenza. Li avrei trovati tutti, grandi e piccoli, dovunque fossero. Li avrei fatti a pezzi, ognuno in un modo diverso" [5]).
I rapporti con l'industria del cinema sono stati per Spillane proficui dal punto di vista quantitativo - 7 film, 6 film tv, 4 serial -, deludenti da quello qualitativo, con un'unica, positiva eccezione: la riduzione di Robert Aldrich di Kiss Me Deadly, opera di fondamentale importanza per capire perché, dalla metà degli anni '50 in poi, il noir cinematografico classico chiuda definitivamente i battenti. Infine, una curiosità: in The Girls Hunter (Cacciatori di donne, Roy Rowland, 1963), dall'omonimo romanzo, il ruolo di Mike Hammer è interpretato dallo stesso Spillane! Il film, però, non eèaltro che un pasticciato tentativo di recuperare le atmosfere noir di tanto cinema precedente e, nel rispettare alla lettera l'opera di origine, ne tradisce la ferocia sanguinaria (logicamente, non rappresentabile in toto sullo schermo).
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Note:
[1] F. DENUNZIO, Noir. American Mabuse, in G. FREZZA (a cura di), Fino all'ultimo film. L'evoluzione dei generi nel cinema, Roma, Editori Riuniti, p. 262-263.
[2] M. SPILLANE, The Girl Hunters, 1962, tr. it. di Marisa Belloni, Cacciatori di donne, Milano, Giallo Garzanti, n. 52, 1974, p. 96. Da qui le successive citazioni.
[3] Ivi, p. 93.
[4] Ivi, p. 172.
[5] Ivi, p. 169-170.
[6] M. SPILLANE, The Twisted Thing, 1966, tr. it. di G. Falzini, Piccolo mostro, Milano, Garzanti, 1991, p. 162.
[7] M. SPILLANE, The Delta Factor, 1967, tr. it. di P. Morganti, Il fattore delta, Milano, Garzanti, 1991, p. 127.
[8] M. SPILLANE, The Pickpocket, "Manhunt", dicembre 1954, tr. it., Il borsaiolo, in E. GORMAN, M. H. GREENBERG, B. PRONZINI (a cura di), American Pulp, Milano, Mondadori, 2001 (ed. or., idem, 1997), pp. 23-27.
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