“Merlin era un amante straordinario” dice. “Mi faceva godere anche dieci, dodici volte consecutive. Io credo che fosse una delle molte reincarnazioni di Gesù, il nostro messia. Si crocifiggeva ed espiava le colpe di noi umani. Lo faceva col sangue, sì… Non si limitava a berlo… Lui voleva comprendere la natura umana, capisci…così, si iniettava nelle vene del sangue umano. In questo modo, si distruggeva. Soffriva, piangeva, urlava. Un vero martirio. Io sono stata la prima a vederlo dopo la sua morte. Era cambiato, non somigliava neppure più a se stesso… Si era appesantito, aveva il volto grigio, le rughe intorno agli occhi. Mi ha benedetta, e poi è salito in Cielo su una nuvola d’argento. Torna a trovarmi quando vuoi, Abel, ricevo sempre volentieri i mostri carini come te.”
Quando Abel lascia Magdala, ha ormai capito che cosa è successo a Merlin, e dove si trova adesso. Gli basta solo una piccola verifica al computer, un giochetto per uno con la sua zombesca intuizione di mondi virtuali: entrando nel sistema della Mojo Company scopre che sono state pagate ingenti somme alla clinica Spring, in Florida, dove vanno i vampiri ricchi per curarsi la sindrome autunnale. Trattamento sperimentale new blood, già… tutte quelle iniezioni di sangue umano. E’ la conferma dei suoi sospetti.
Aspetta il tramonto, per andare a trovare Padre Gabriel al risveglio dalla bara, per dargli la notizia che Merlin non è in Cielo. Non ancora, almeno.
Padre Gabriel e Abel tornano da Morgan Vandoor.
“Sappiamo tutto” dice Abel. “Vogliamo vedere lui.”
“E’ alla fine” sospira Morgan, rivolgendosi a Padre Gabriel. “Credo che ti abbia fatto pensando alla sua ultima ora, perché tu lo assolvessi da tutti i suoi peccati. Venite con me.”
Morgan li conduce nella lussuosa villa simile a una nera cripta, dove Merlin Vandoor, irriconoscibile, consunto, cereo, fragile, muore davvero. Dopo essere morto come vampiro, muore come essere umano. Aveva la passione dell’umanità, desiderava disperatamente diventare umano: deluso dalla magia nera, si è rivolto alla scienza, pagando alla clinica Spring un trattamento sperimentale per sostituire tutto il suo sangue con sangue umano. Poi ha organizzato la messinscena della stanza da bagno e si è nascosto nel quartiere degli artisti ignoti, dove sapeva che nessuno sarebbe mai andato a cercarlo. Magdala ha detto che era cambiato, che aveva le rughe intorno agli occhi. Merlin non ha mai avuto rughe intorno agli occhi; i vampiri non cambiano. Nel periodo in cui ha vissuto con Magdala, era già umano.
Morgan non è che il servo di Merlin, un vampiro del suo ex servizio d’ordine che si è fatto delle plastiche per somigliargli e ne ha preso il posto in tutti questi anni solo per gettare fumo negli occhi, mentre lui viveva indisturbato la sua anonima esistenza umana. Ma, al posto di una nuova giovinezza, una vecchiaia umana gli è precipitata addosso travolgendolo. Colpa di quel sangue umano che si è iniettato nelle vene, che gli ha portato tutte le malattie, i virus e i cancri dell’umanità. Ed è veramente un paradosso monstersmirk che, entrando nella mutevolezza della condizione umana, gli sia capitato di somigliare al dottor Van Helsing, il cacciatore di vampiri dei vecchi film.
“Volevi sperimentare tutto” dice Abel sommessamente. “E la sola cosa che ti mancava era un corpo umano, una vita umana. Eri stanco di farti da solo, di bastare a te stesso, di essere il dio della musica, della poesia, del sesso e dell’eternità… Volevi la promiscuità umana, il bisogno, la dipendenza, la debolezza, la malattia, l’angoscia, la miseria, la paura… Ora che hai avuto l’umanità… dicci, Merlin, ne valeva la pena?”
Prima di spirare, Merlin lo guarda, sbatte le palpebre. Impossibile capire se sia un sì o un no.
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