“Si tratta di Merlin Vandoor - dice Padre Gabriel, ad Abel che gli chiede il motivo della convocazione. - Il solo che può scoprire se e come è morto, sei tu.”

Abel non ricorda di aver mai assistito a un concerto di Merlin Vandoor, il poeta e musicista vampiro; come tutti, naturalmente, ha ascoltato i suoi dischi. Aveva dodici o tredici anni quando Merlin è scomparso, in circostanze misteriose.

“Vuoi che indaghi sulla sua morte dopo tutto questo tempo? Perché?”

“Perché sei Abel Sparrow, nome in codice Alive, e difendi noi mostri dalla crudeltà del mondo umano.”

“Non crederai anche tu che lo abbiano assassinato?”

“Non credo niente, voglio la verità. E non solo perché Merlin è la nostra icona. Ho anche un motivo più personale… è stato lui a farmi.”

Bene, questa è una rivelazione. Abel si è sempre chiesto se Padre Gabriel ha cominciato la sua carriera essendo vampiro e poi santo, o il contrario.

“Ero andato a uno dei suoi concerti” ricorda Padre Gabriel, nostalgico. “Allora ero un ragazzino… Tutti quelli della mia età sbavavano per diventare vampiri, io no. Pensa che, quando guardavo i vecchi film, mi immedesimavo sempre nei cacciatori umani con croci e paletti.”

“Credevo che Merlin non avesse mai fatto vampiri” dice Abel, stupito.

Se non si è figli di vampiri, come lo era Merlin Vandoor, lo si diventa: ma non è per niente facile trovare un vampiro che ti trasformi. Le probabilità sono le stesse di imbattersi nel grande amore: lo 0,01 per cento. Non è vero che, se li chiami, i vampiri vengono. Tu li chiami, e loro non ti cagano neppure. Quei fascistelli di succhiasangue non amano riempire il mondo di loro simili balordi. Trasformano qualcuno solo quando credono che possa appartenere alla loro eletta congrega, se sono convinti che abbia la vocazione. Nel caso di Gabriel, poi, le vocazioni erano due.

“Credo” dice Padre Gabriel “che Merlin mi abbia trasformato perché ha guardato dentro di me meglio di quanto sapessi fare io stesso. Aveva capito che, per dedicare la mia esistenza ai mostri derelitti, dovevo essere mostro. Scopri la verità, Abel, per tutti i vampiri. Domani riesumano il corpo di Merlin al Cimitero Monumentale. Vacci, per favore. Io non posso: è per mezzogiorno.”

Che i vampiri siano immortali, è una grandissima cazzata. Dal punto di vista organico, potrebbero vivere in eterno, certo: se non fosse che nessuno sopravvive alla morte della propria giovinezza. Il vampiro giovane, quello che chiamano vampiro di primavera, è una specie di semidio ridente, iperattivo, affamato di vita, che si sposta incessantemente, sperimenta mille esperienze, e seduce con la saetta di Cupido in pugno. Con l’esaurirsi dello slancio vitale, della progettualità, della capacità di illusione e della soglia di resistenza alla delusione, subentra una specie di vuoto dell’anima calcificato in una serie di cattive abitudini e idioti comportamenti coatti, ed è quel vuoto a uccidere i vampiri, o piuttosto a spingerli al suicidio.

Assodato che un vampiro può morire per impalamento, decapitazione e rogo, nessun vampiro sceglierebbe mai di gettarsi su un paletto, o ghigliottinarsi, o darsi fuoco. Questi metodi, ai succhiasangue sembrano chiassosi e trucidi: anche un volgare umano potrebbe essere ammazzato così. Loro preferiscono lasciarsi incenerire dalla luce del sole; si suicidano così, a meno che non siano talmente rincoglioniti da dimenticarsi su una panchina di un parco al mattino. Chi ha assistito a questa morte di vampiro dice che non è nulla di drammatico e doloroso; niente strazio, urla e convulsioni, ma piuttosto un dolce dissolversi in un pulviscolo dorato verso la scura barca di Caronte.

Merlin, pare, è morto in una stanza d’albergo, a poco meno di quarant’anni, in un bagno d’acqua e di sole. La sua moglie umana, Linda, ha trovato lo scheletro nella vasca, illuminato da raggi obliqui, perfettamente lavato dai getti ribollenti dell’idromassaggio che lo cullavano mollemente. Il medico legale ha firmato un certificato di morte naturale (nel caso di un vampiro, l’incenerimento solare è naturale), ma sullo scheletro, contrariamente alle usuali procedure, non è stata eseguita nessun tipo di perizia necroscopica. Solo Linda, morta l’anno successivo, e questo medico che si sarebbe reso irreperibile, hanno visto le ossa. L’impresario di Merlin, i componenti della band, gli amici della cerchia più intima, i giornalisti, si sono trovati davanti a una bara chiusa.