È uscito a giugno, nella collana Giallo & Nero della casa editrice Hobby & Work, Il fiore d’oro, ultimo libro dello scrittore fiorentino Leonardo Gori che, dopo il successo di Lo specchio nero, torna a narrare, in coppia con lo storico Franco Cardini, un’avventura strepitosa, avvincente ed emozionante, dove la fantasia più scatenata si unisce ad una ricostruzione storica impeccabile e ad un intreccio giallo ad alta tensione.
Protagonisti di questo romanzo sono Dietrich Von Altenburg, alto ufficiale tedesco caduto in disgrazia agli occhi del III Reich ed Elena Contini, ebrea, storica dell’arte ed ex fidanzata del capitano dei Carabinieri Bruno Arcieri entrambi reduci dal caso narrato nell’opera precedente dei due autori.
Questa brevemente la trama del libro: il cadavere di un tale Carlo Manin viene ripescato dal Canale di San Pietro nella Venezia del 1944.
Secondo le autorità si tratta di un annegamento accidentale.
La morte di questo individuo invece si rivelerà il fulcro di un colossale intrigo, che ha propaggini sulle acque della laguna ma il centro su quelle del lago di Garda e precisamente a Gardone Riviera nella residenza del poeta Gabriele D’Annunzio, il Vittoriale degli Italiani.
A quella morte infatti ne seguiranno altre e saranno Dietrich ed Elena ad unire le proprie forze per sciogliere l’enigma che stà loro dietro.
Obbedendo alle direttive di misteriosissimi superiori, i due si addentrano poco a poco in un labirinto costellato di trappole mortali, risalendo l’esile pista di un fiore d’oro, forse un gioiello appartenuto a Wagner, forse il titolo di un film scritto da Gabriele D’Annunzio e mai realizzato, o forse qualcosa di completamente diverso, un oggetto terribile, incredibile e apocalittico il cui possesso potrebbe fare la differenza tra la vita e la morte non solo dei due personaggi, ma dell’intero genere umano.
Il romanzo, scritto con la prosa agile e scorrevole propria dei due autori e che ha vari livelli di lettura, è infarcito di numerose suggestioni come: il fascismo di Salò, il nazismo esoterico, Wagner, Jung, D’Annunzio, la tradizione culturale dei fantasmi giapponesi, le ricerce segrete del Terzo Reich, la lotta clandestina contro la tirannia e il cinema del Ventennio tutte utilizzate con gusto sopraffino e citazionismo beffardo.
La trama del libro è come al solito ben congegnata basata su una abbondante documentazione, che si fregia anche di riferimenti alla cultura bassa del periodo, e ricca di colpi di scena.
I personaggi che fanno da sfondo alla vicenda poi, sono tutti molto credibili e calati nella realtà storica degli anni 40’ del novecento con grande realismo.
Tutte queste componenti fanno di questo libro un giallo storico fresco, originalissimo, trascinante e vertiginoso che terrà incollato il lettore alle sue trame per la capacità di avvincere, stupire ed appassionare dalla prima all’ultima pagina.
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