Forse nessun altro genere all’interno del cinema popolare italiano ha saputo convogliare gli umori e le paure del paese come il poliziesco. Italia Odia. Il cinema poliziesco italiano ne ripercorre la storia, dall’immediato dopoguerra a esempi recentissimi come Romanzo criminale di Michele Placido, e con particolare attenzione agli anni ’70, quando l’exploit commerciale di La polizia ringrazia apre la strada a un nugolo di epigoni e variazioni sul tema: le contaminazioni con il film di mafia, le derive comiche, l’ibridazione con la sceneggiata napoletana. Malvisto dalla critica, che lo bolla con il termine spregiativo di «poliziottesco», il filone ha però il merito di mettere in scena la realtà del tempo. Dietro alle storie di eroici commissari «di ferro» e spietate «belve col mitra», emerge l’immagine di un’Italia inquieta, segnata dal ’68 e sconvolta da atti di violenza, conflitti sociali e spinte eversive. Ma le vicende del poliziesco italiano consentono anche di seguire il percorso di un’industria cinematografica sull’orlo del collasso, fino alla resa allo strapotere catodico negli anni ’80: il poliziesco emigra sul piccolo schermo, mutando pelle e segnando in maniera indelebile l’evoluzione della fiction televisiva fino ai nostri giorni.
L'autore del saggio, Roberto Curti, è redattore di Nocturno Cinema e collabora al Mereghetti - Dizionario dei film. È autore (con Tommaso La Selva) del volume Sex and Violence. Percorsi nel cinema estremo (Lindau, 2003).
Roberto Curti, Italia Odia. Il cinema poliziesco italiano
Lindau, Le comete, 2006
pp. 432
ISBN: 88-7180-586-0
€ 24,00
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