È stato distribuito, allegato al numero di marzo di Ad Anteprima e di Fumo di China, il numero zero di Demian, la nuova miniserie della Sergio Bonelli Editore in edicola dal 12 maggio.
Questa storia a fumetti dai toni noir, composta da 18 numeri e ambientata nella Marsiglia dei giorni nostri è stata ideata e sceneggiata dal bravo Pasquale Ruju, colonna portante di Dylan Dog di cui ha firmato decine di storie.
In questo albo, una sorta di prologo della serie disegnato da un altro dylandoghiano, Luigi Piccatto, coadiuvato dalla new entry Giorgio Sommacal, facciamo la conoscenza di Demian, un uomo di poco più di trent’anni alto, biondo, con i capelli lunghi sempre un po’ in disordine.
Sul petto, proprio sopra il cuore, ha una cicatrice molto particolare: è a forma di spada e c’è chi pensa che si tratti del simbolo di una leggendaria casta di cavalieri, la Fraternité.
Forse è proprio così, forse Demian è davvero uno di loro, l’ultimo di una stirpe di eroi le cui origini si perdono nella notte dei tempi.
Il lettore, nel corso della vicenda narrata, familiarizza anche con i luoghi in cui è ambientata la serie e fa la conoscenza di alcuni comprimari che accompagneranno il protagonista nel corso delle sue avventure.
Vengono presenteti nell’albo alcuni spacati della città di Marsiglia ricalcati, per stessa ammisione dell’autore, sulla trilogia di romanzi di Jean-Claude Izzo ambientati nella città marinara ed alcuni personaggi come: il misterioso Tristan, che trasforma Demian in un giustiziere al di sopra della legge, la simpatica e cinica canaglia Gaston Velasco, re dei bassifondi di Marsiglia, la bella figlia di questi, Marie, diventata, ironia della sorte, un efficiente ispettore di polizia della città ed infine Viviane ed Edmond Colbert, che hanno accolto Demian nella loro locanda in Provenza il “Gardien du Phare”.
E poi i “cattivi”, di cui in questa storia si sente solo parlare: malviventi, sicari della mala, squali dell’alta finanza, e intrallazzatori senza scrupoli, sopra i quali si erge minacciosa la figura del potentissimo capobanda Hérode Martial.
Questo primissimo incontro con Demian e i suoi comprimari incuriosirà sicuramente i lettori ma lascerà loro anche alcune perplessità.
È eccessiva infatti l’esasperazione dell’aspetto di bello e dannato del protagonista, troppo perfetto per essere credibile.
Il rischio che corre questo nuovo personaggio è qullo di diventare prigioniero degli stereotipi tipici del noir francese che potrebbero privarlo di fascino invece che accrescerlo.
Starà alla bravura degli sceneggiatori fare si che questi elementi diventino invece i pilastri su cui costruire le fortune di una serie di cui è stato mostrato ancora troppo poco per poter dare giudizi.
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