Il papà di Dylan Dog ritorna in libreria. Dopo un'assenza di alcuni anni, Tiziano Sclavi - che oltre ad avere creato il celebre indagatore dell'incubo è anche apprezzato scrittore di narrativa - ci regala un nuovo, inquietante romanzo, dai toni e dalle atmosfere comunque molto dylandoghiani.
Il tornado di valle Scuropasso viene descritto come "un thriller ufologico", ma la definizione più corretta sarebbe quella di trip etilico. La storia infatti è tutta narrata interiormente dal punto di vista in prima persona di un individuo disturbato, pieno di traumi e oberato da un passato quantomeno conturbante. La fuoriuscita dai bui recessi dell'alcolismo non è mai stata totale, e anzi, il protagonista vi ricadrà a più riprese e in modo sempre più grave.
Che storia è quella che ci racconta Sclavi, dunque? Si tratta della cronaca di un delirio, in cui immagini ed eventi si affastellano veloci: brevi lampi di eventi strani, inspiegabili o semplicemente bizzarri. Persone che scompaiono, vicini di casa dal comportamento sospetto, luci nel cielo, animali di pezza che se ne vanno da soli nel bosco, oggetti di natura oltremondana sepolti in giardino... ce n'è abbastanza per ritenere che nel paesino di Buffalora siano arrivati i dischi volanti, o che il protagonista sia un demente ormai completamente allucinato dall'alcol. Oppure entrambe le cose assieme. O nessuna delle due.
La narrazione è un lungo monologo, spezzettato in frasi brevi come si conviene a una narrazione affidata al punto di vista di un individuo disturbato. Vi sono però anche alcuni intarsi più lucidi, come alcune poesie e addirittura la prima pagina della sceneggiatura di Memorie dall'invisibile, una delle più classiche avventure di Dylan Dog. La voce narrante del romanzo è infatti un dichiarato alter ego di Sclavi e non è difficile indovinare nella vita del protagonista alcune ombre autobiografiche. La narrazione come terapia? Può essere. Ma a noi lettori poco importa se quello che abbiamo letto sia realtà romanzata o pura immaginazione. Quel che è veramente importante è che Sclavi ci ha regalato una storia ricca di poesia e mistero, da leggere tutta d'un fiato. Bentornato, Tiz!
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