Non ci avevo mai pensato a una intervista "fuori scena". Ma se ci penso posso cominciare dicendo l'inquietudine è un po' la mia compagna. Per esempio quando mi sembra di essere sereno, tranquillo, lei mi si avvicina. Mi coinvolge in situazioni assurde, mi prospetta scenari rischiosi, mi trascina nella ricerca di cose difficili, mi esorta a ricominciare sempre tutto da capo, a non possedere nulla, a dimenticare tutto. Mi mantiene in movimento, come se facessi regolartmente dello sport. Se ci penso, il fatto che io continui a lavorare nella polizia - mestiere che mi piace sempre di meno e che mi sembra di fare da un secolo - mi garantisce una certa dose quotidiana di inquietudine e di paura.

Se ci penso mi viene da credere che sia questo il motivo che mi spinge a raccontare di queste cose poliziesche. Se ci penso potrei anche dire che quando non mi muovo, lo faccio; che anche quando sono tranquillo non lo sono. Posso anche affermare che quando non scrivo lo faccio. Insomma, non ho pace, ma ripudio la guerra. Ecco, qui vorrei puntualizzare per non apparire un ipocrita. Non sono un pacifista - d'altronde, portando un'arma per lavoro... - ma tifo per la pace.

Mi sarebbe piaciuto appiccicare l'adesivo della bandiera multicolore a fianco allo stemma della pantera della squadra volante, così, per dire qualcosa di carino... ma mi avrebbero sgamato subito. Per altro sarebbe stato davvero impertinente. 

Comunque, se ci penso, sembrerebbe banale immaginare la mia scrittura come una forma di esorcismo per le mie inquietudini, ma credo sia così.

Se non scrivessi dipingerei, se sapessi la musica suonerei, se fossi un atleta sarei un cultore dello sport e così via potrei dirne un paio di centinaia ancora. 

Che mi piace bere e mangiare non ci penso, lo so. Mangio e bevo in tanti modi. Con calma e con ingordigia, assaporando e trangugiando. Trangugio solo quando sono in servizio o devo andarci.Però mi piace mangiare nelle mense, come a casa. Mi piace mangiare e bere in compagnia, mi piace fare da mangiare per me e per gli altri, mi piace che facciano da mangiare per me e per gli altri. Preferisco il salato, ma vado pazzo per certi dolci, mangio di tutto tranne la panna montata e il gorgonzola. Per il resto non ho preferenze. Quello che c'è lo mangio di gusto e amo chi fa altrettanto.

Mi piacciono i cibi semplici e gli accostamenti azzardati, più sul crudo che sul cotto. Se ci penso adoro ascoltare le storie che hanno accompagnato la diffusione di certi alimenti, mi piace sapere più cose possibili di ciò che mangio o di ciò che cucino. Se ci penso a volte costruisco una storia inventata attorno a un piatto di mia invenzione.

Se ci penso, non ho moltissima cura del mio corpo.

Sono un po' distratto nei suoi confronti. Poi magari cerco di rimediare all'ultiomo momento. Però posso garantire di dimostrare - in media - otto anni in meno dei miei anagrafici.

Preferisco la doccia, mi piace il getto.  Ci sto parecchio. Mi fa impazzire anche la vasca (magari con gli idromassaggi), ma non ce l'ho. Mi rifaccio quando mi capita qualche buon albergo. Mi piace vestirmi elegantemente, ma sono spesso vestito da adolescente. Jeans, t-shirt, giubbotti e maglioni.

Amo la città e amo il mare. Amo le città di mare. Ho bisogno di vedere strade, palazzi, gente, e sentire casino. Mi sposto con un motorino. Non sopporto le macchine (e soprattutto i SUV), ne ho già abbastanza delle volanti.

Se ci penso mi sembra di non avere riti. Scrivo quando ho voglia e non ho nessun timore della schermata bianca. Scrivo al PC perché ho una calligrafia che non comprendo. Non sono una cima informatica, ma so usare il word. Se ci penso comincio da un'idea, una storia, una battuta, poi ci costruisco tutto attorno. Da lì, tutto poi prosegue quasi per conto proprio. Io inseguo storie e personaggi e poi cerco di fermarli, di arrestarli, ma non li becco mai. Faccio letteratura d'evasione. 

Vedo quello che accade prima di scriverlo e mentre lo scrivo vedo anche dell'altro così esce dell'altro.

Succede che non scrivo per moltissimo tempo. Il libro e la storia maturano nel mio immaginario. Nel frattempo, come alibi, alla non scrittura, raccolgo materiale o dico che sto scrivendo. Non sopporto le scadenze e le imposizioni, tuttavia lavoro meglio sotto pressione e a tema.

Per il resto sono un entusiasta. Ma non è che ami molto cercare il gruppo. Mi piace stare per i fatti miei e vedere gli amici ogni tanto, magari a cena.

Se ci penso sono un po' schiavo degli anni ottanta, ma credo dipenda da fattori d'età.

Ho paura della morte, delle malattie, della vecchiaia e non solo per me.

Non vivo di scrittura, ma di polizia. 

Sono arrivato a scrivere perché a un certo punto mi è sembrato di non poterne fare a meno.

Dormo molto. Sono sempre stanco. E molto pigro.

Se ci penso il mio esordio narrativo è coinciso con il fallimento del mio editore. Non è stato certo un inizio fortunato. Ma sono piuttosto audace.

Se ci penso la mattina faccio una bella colazione solo se qualcuno me la prepara, uova strapazzate, pane e marmellata, succhi, frutta... eh! di solito caffè e yogurt in piedi e di corsa.

Se ci penso ne ho da ringraziare tanti, Bernardi, Dozio, Lucarelli, Macchiavelli, Brolli, Belliti... tanto per citarne alcuni. E non eliminerei nessuno.

Non sono un competitivo.

Da piccolino, sì, ci ho pensato a diventare invisibile, ma più che altro mi sarebbe piaciuto vivere come un supereroe per dimostrare a Emanuela, che per tutte le elementari non mi aveva degnato di uno sguardo, di essere quello giusto per lei. 

Se ci penso il mio passatempo preferito è alzarmi tardi. Mi godo la vita, o almeno credo, perché sono un entusiasta.

Mi piace fare sesso e romanticamente volentieri.

Penso che sia terminata l'intervista, no?

Maurizio Matrone, 1966. Italia. Poliziotto laureato in Pedagogia, ha pubblicato i romanzi Fiato di sbirro (1998), Il bolide fantasma (2002, per bambini), Erba alta (2003) e Il mio nome è Tarzan Soraia (2004). Scrive per riviste specializzate e antologie, per il teatro, saggi sul lavoro del poliziotto in materia minorile. Ha curato alcune edizioni del Police Film Festival organizzato dal Siulp di Bologna e ha collaborato con soggettisti e sceneggiatori di telefilm polizieschi (La squadra, Distretto di polizia, L'ispettore Coliandro). (SMM dal DizioNoir - DelosBooks 2006)