Opera a lungo attesa questa di Ian Fleming che rivede la luce delle librerie dopo molti anni dalla prima edizione che data il 1963. Inserita in una collana dedicata al fenomeno 007 di Alarcàn ci offre un ritratto inedito di Ian Fleming al di là di quanto raccontano le biografie e si potrebbe dedurre dai romanzi con il suo eroe. Fleming, incaricato di scrivere un reportage  sulle città del mondo scrivendolo con l’occhio del narratore di thriller, ci accompagna da Hong Kong a Tokyo da Rio a New York con un brio narrativo che rivela l’uomo di cultura, il bon vivent e l’acuto osservatore al quale non sono ignote le tecniche del “vero” agente segreto. Ne scaturisce un racconto ancora oggi vivace e divertente e, benché i luoghi siano ritratti nei primi anni 60, conservano tutto il loro fascino. Anzi, forse proprio perché il resoconto delle scorribande notturne dell’autore tra ristoranti di lusso, case da gioco, locali equivoci - occasione per narrare altre storie reali o fittizie non importa -  non è gravato dall’ansia di essere sempre al passo con la lista dei luoghi trendy di molti resoconti giornalistici del genere odierni, risulta più godibile. Apprendiamo anche, dal breve racconto James Bond a New York - inserito non a torto visto che più di un’avventura è un reportage nel reportage - che il celebre agente segreto era più simile al suo creatore di quanto potessimo sospettare e, soprattutto, non era un illetterato occupato a leggere solo manuali di golf come qualcuno ha scritto. Certo, già sapevamo che Fleming e il suo eroe erano lettori della Maschera di Dimitrios di Ambler, ma il fatto che 007, tra gli impegni lavorativi e la progettazione di una serata romantica, pensi anche di visitare una libreria di Manhattan il cui commesso aveva un fiuto particolare per i buoni thriller ci rivela un lato nascosto del personaggio. Ma il valore di Thrilling Cities (tradotto con grande cura e sentita passione da Cappi che, non occorre ricordarlo è un bondiano doc) sta nella riproposta di un altro saggio sul genere, un’opera questa firmata da un riconosciuto maestro che, attraverso il suo reportage ci rivela alcuni dei suoi trucchi, le fonti d’ispirazione e il modo di affrontare l’esistenza che sono il nerbo dei suoi romanzi più noti. Un volume tutto la leggere e da gustare per chi, come il sottoscritto e Coffrini Dall’Orto presidente del James Bond Club milanese, non si rassegnano - giustamente - al tramonto di una leggenda e vogliono vederla solida e vivace ancora per decenni. Chi invece (vergogna!) non ha mai letto una spy-story o un romanzo di 007 avrà un assaggio gustoso di cosa lo può aspettare nelle pagine  dei romanzi più spiccatamente fiction presentati dalla collana.