Per chi già conosce e segue da anni Giancarlo Narciso, Incontro a Daunanda segna un gradito ritorno: quello di Rodolfo Capitani, già protagonista dell’on the road messicano Le zanzare di Zanzibar e del noir asiatico Singapore Sling (Premio Tedeschi 1998). Assieme a Capitani, torna anche un altro personaggio già conosciuto: Josè Luis. Ma, soprattutto, con questo romanzo Narciso torna alla grande avventura, ambientata in paesi esotici, dopo le escursioni nel giallo e nella spy story.
Come intuirà chi appunto ha letto i precedenti romanzi con Capitani, Incontro a Daunanda è una storia di Italiani persi in paesi tropicali – in questo caso in Indonesia – in un esilio non si sa quanto forzato o quanto volontario, coinvolti loro malgrado in disavventure catastrofiche, il tutto con un grosso pizzico di mistero e di magia.
Ma vediamo che ci racconta Giancarlo Narciso, che abbiamo beccato nel suo semestre italiano (vive per metà dell’anno a Lombok, in Indonesia), in quel di Riva del Garda.
Giancarlo, è un vero piacere riaverti ospite di ThrillerMagazine. Allora, come riassumeresti la trama di Incontro a Daunanda?
Difficile riassumere la trama in poche righe, ma la frase scelta dall’editore per la scheda promozionale mi sembra perfetta:
“Che da quella donna dovesse stare alla larga, Rodolfo l’aveva intuito fin dal primo momento. Troppo bella, tanto per cominciare. Troppo portata a mettersi nei guai. E quando la bella scompare, al nostro eroe, che dopo anni di separazione si è di nuovo ricongiunto con l’amico José Luis, non resta che partire alla ricerca della donzella in pericolo. Ma a Lombok, dove anche gli incubi sembrano sdoppiarsi in un torbido gioco di specchi, la ricerca diventa ben presto una pericolosa partita a scacchi, dove nulla è davvero ciò che sembra…”
Con questo romanzo inizi a collaborare anche con Dario Flaccovio. Una casa editrice che ha saputo dimostrare il valore dell’indipendenza.
Con Flaccovio mi trovo benissimo e non solo per la presenza di Luigi Bernardi, che rimane una garanzia granitica di professionalità, ma per la fluidità del rapporto con le varie persone che collaborano alla casa editrice, tutte molto competenti. E su tutto, il fiore all’occhiello di un ottimo ufficio stampa.
Daunanda è il terzo capitolo delle avventure di Capitani. Quando a suo tempo ti intervistai per la mia rubrica Spie nel mirino (http://www.thrillermagazine.it/rubriche/671) mi accennasti anche a Coconut Airways…
È un terzo capitolo che, pur ambientato nel sud est asiatico, come Singapore Sling, strutturalmente è più strettamente imparentato con Le zanzare di Zanzibar, nel senso che, come dicevo prima, è meno giallo e più avventura. Il quarto, Coconut Airways, sempre ambientato in Indonesia, sarà un’ulteriore conferma che quella, per un po’, sarà la mia strada. Non riesco più a eccitarmi più restando nel tracciato rigido del whodunit e ho bisogno di spaziare un po’ di più. Coconut Airways sarà una tipica caper story, in cui, oltre a Rodolfo e Josè, ricomparirà il personaggio di Matsuda, il gangster giapponese di Singapore Sling. Prima però, per questioni di contratti, devo scrivere il mio quarto Banshee e sfornare una vassoiata di racconti brevi per vari progetti già partiti.
Già che ci siamo, allora, chiamiamo in causa Jack Morisco (l’alias che Narciso adotta per firmare le sue spy story): a breve dovrebbe uscire su Segretissimo il terzo episodio di Banshee, L’arma birmana.
Già, lo troveremo in edicola il 1° giugno. Una storia che mi è costata una lunga ricerca e che porta alla luce tutti i risvolti non detti della campagna antidroga delle Nazioni Unite in Birmania. A un certo punto è stato in assoluto il mio romanzo più lungo. Poi ho sforato di gran lunga il massimo di pagine previsto per un Segretissimo e ho dovuto lavorare di forbici.
E non è finita. Sappiamo anche che, proprio in questi giorni, è in uscita Missing, nella collana “due thriller per due autori” per Aliberti, in accoppiata con Loriano Macchiavelli (titolo del volume: Arrivederci & Amen).
Esatto. Missing è un romanzo breve, o forse un racconto lungo, che introduce il personaggio di Sergio Biancardi, un uomo di cinquantatre anni dal passato oscuro che vive a Bali e che è arrivato a essere una delle migliori pistole in vendita della zona. Come sempre si trova nei guai per colpa di una dark lady. Diciamo che Missing è debitore a Brivido Caldo, così come lo è Spaghetti Mamba, il racconto recentemente comparso sull’antologia Pasta Killer di Morganti, anch’esso ambientato a Bali.
Bali, Lombok, Bali. La tua ultima produzione sembra essersi concentrata sull’Indonesia.
Io vivo fra due realtà: Milano e Riva del Garda da un lato, Lombok e Singapore dall’altro. Che ci posso fare se, come scenario di thriller e avventure, la seconda mi ispira più della prima?
E dopo la chiacchierata con l’autore, con il consenso suo e dell’editore Dario Flaccovio, siamo lieti di proporvi un estratto da Incontro a Daunanda.
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