Camilla nella nebbia è il primo romanzo giallo di Giuseppe Pederiali, che riesce con esso ad entrare a far parte della cinquina di finalisti del Premio Scerbanenco per il miglior romanzo noir edito italiano.

Il libro narra la storia dell’ispettore Camilla Cagliostri, che si trova a indagare su una serie di omicidi che sconvolge Modena: un folle serial killer uccide giovani donne dell’alta società, divertendosi a travestirle da prostitute o tossicodipendenti.

Purtroppo, però, il romanzo non è all’altezza delle aspettative. Sicuramente è scritto con stile scorrevole, piacevole e si legge senza fatica, ma nel complesso trasmette la sensazione di essere un libro piuttosto commerciale.

Innanzitutto un grande difetto è che il lettore ha l’impressione che l’autore abbia scelto il genere noir perché è un genere di successo in questo periodo. La grande abilità di uno scrittore che decide di avventurarsi in questo tipo di romanzo deve essere quella di costruire una trama in cui tutti i tasselli vanno poi a confluire in un quadro più ampio.

In Camilla nella nebbia, invece, sembra quasi che sia il romanzo a prendere il sopravvento. L’autore inserisce, soprattutto nella prima metà del libro, molti fatti e accadimenti, che però fatica a gestire e che non giustifica completamente. Il risultato è che la bassa pianura Padana appaia al lettore come un luogo in cui non succede altro se non fatti di sangue, prostituzione e traffici illegali.

Le atmosfere sono per lo più cupe, legate, appunto, a questo genere di ambiente, alternate ad altre più mondane e vicine alla vita degli arricchiti protagonisti dell’opera.

Un altro aspetto che rende il libro molto commerciale è relativo alle scene erotiche in esso contenute. Queste appaiono, infatti, scritte in maniera forzata e inserite più per esigenze editoriali che di trama.

L’ispettore Cagliostri sembra una ninfomane con tendenze lesbiche e gli uomini con cui ha a che fare dei depravati.

Anche la soluzione del caso è poco originale, un lettore appassionato di gialli la intuisce piuttosto facilmente e lo stesso vale per il colpo di scena finale.

Come già accennato, il libro è scritto in modo scorrevole ed è di piacevole lettura, però è innegabile che non si possa parlare di un giallo ad alto livello. Probabilmente Pederiali dovrebbe tornare ad un genere a lui più consono che lo portò a scrivere il bellissimo ed emozionante Stella di piazza Giudia.